foto di repertorio

“Nel 2011 ho fatto richiesta per l’esenzione del ticket per basso reddito, come tutt’oggi continuo a fare. In quell’anno lavoravo ma rientravo nei limiti imposti dalla domanda. Ho presentato tutta la documentazione e dopo vari controlli mi hanno rilasciato l’esenzione. Nel 2017 mi sono arrivati però alcuni bollettini da pagare, risalenti al periodo 2011-2013”.

Protagonista della vicenda è una donna barese. “Avevo presentato tutta la documentazione prevista dalla domanda, l’esenzione mi è stata data da loro, non me la sono inventata io – spiega -. Mi è stato detto che dovevo pagare e così ho fatto”.

“Negli ultimi giorni però, sempre dall’Asl, mi sono stati recapitati nuovi bollettini da pagare, risalenti al periodo dal 2011 al 2015 – continua -. Ma io quelli dal 2011 al 2013 li ho già versati, ho cercato in tutti i modi di avere delle spiegazioni, rivolgendomi anche alla Casa della Salute dove mi è stato detto di mandare un’email all’ufficio anagrafe per ricevere il certificato storico”.

La donna non si arrende e si presenta così direttamente al Cto a caccia di risposte. “Un operatore mi ha detto che tutta la procedura deve essere fatta online, ma io non ne sono capace e ho chiesto così la possibilità di parlare con qualcuno – racconta -. Ma per loro non esiste alternativa. Ho capito sul posto di non essere l’unica con lo stesso problema, c’erano tante altre persone con le mie stesse perplessità che si stavano lamentando. Nessuno insomma sa niente e non sappiamo cosa fare, anche perché il servizio online effettivamente non funziona e non riusciamo ad entrare nel sistema. È tutto bloccato”.

“Noi vogliamo sapere cosa dobbiamo fare, prima che scadano i 90 giorni e ci rimandino altri bollettini da pagare con la cifra raddoppiata – conclude -. Io sono disoccupata e invalida, già con tutti questi pagamenti di oggi non so come fare, ma mi spaventa cosa mi potrebbero chiedere tra due anni. Hanno rilasciato loro l’esenzione a gente addirittura senza lavoro e poi vengono a chiederci i soldi, questa è una presa in giro. È una truffa. Io sono ancora giovane, ma ho visto che nella mia stessa situazione c’è gente anziana”.