L’Italia va verso un nuovo lockdown. Il Governo è spaccato di fronte alla gestione delle vacanze natalizie, soprattutto nei giorni più caldi come le vigilie, Natale, Capodanno ed Epifania. Se da un lato c’è chi vuole mantenere le restrizioni imposte nell’ultimo dpcm, dall’altro c’è chi chiede una chiusura completa con la chiusura, anche nei giorni prefestivi, di bar e ristoranti e il divieto di spostamenti non essenziali, limitando così il crearsi di cenoni tra parenti.

Quest’oggi gli esperti del CTS torneranno a riunirsi e poi toccherà a Palazzo Chigi sciogliere gli ultimi dubbi e decidere quali altri sacrifici chiedere a tutti gli italiani. Conte inizialmente non avrebbe voluto imporre altre restrizioni, ma dopo la riunione con gli scienziati in cui è stato sottolineato un andamento della curva dei contagi diverso da quanto sperato, il premier ha deciso di cambiare rotta.

Alla luce dei 12mila nuovi contagiati i ministri Speranza, Boccia e Franceschini indicano la via del lockdown totale. Posizione che il commissario Domenico Arcuri ha sostenuto nel confronto tra gli scienziati e che Teresa Bellanova, capo delegazione di Italia viva, contesta aprendo lo scontro sui ristori. Il governo insomma è di nuovo spaccato tra chi spinge per restringere le misure e chi alza la voce, per ricordare quanto sia importante il Natale per risollevare il commercio.

Un nuovo lockdown, però, sarebbe una misura estrema imposta come prevenzione di una recrudescenza a gennaio, perché il governo si aspetta tre mesi molto duri dal punto di vista epidemiologico.

L’ipotesi potrebbe essere una zona arancione nazionale per l’intera durata delle feste, fissando nei giorni festivi e prefestivi una zona rossa nazionale. L’effetto sarebbe quello di bloccare cenoni e veglioni, anche tra parenti, ipotizzando al massimo una deroga per le messe del 25 dicembre. Grandissimo allarme suscita la previsione dell’esodo del 19-20 dicembre. Solo se sarà zona rossa nelle feste, si eviterà il blocco dei movimenti già questo week end.