Sui social circola un audio in cui il governatore della Regione Puglia Michele Emiliano, durante la video conferenza con sindacati e Ufficio scolastico regionale che si è tenuta nei giorni scorsi, scarica tutte le colpe sul governo.

“Noi abbiamo fatto tutto quello che dovevamo – le parole di Emiliano riportate dal Corriere del Mezzogiorno -. Quello che era sbagliato era pensare che riempiendo all’80% gli autobus questo fosse sufficiente a non creare panico e a non creare contagi. Ci siamo accorti che riempiendo i mezzi di trasporto all’80 per cento la scuola è diventata un detonatore gigantesco, quel quantitativo un po’ arronzato da parte del governo era eccessivo e noi l’avevamo detto”.

“L’idea dei prossimi giorni è di creare un meccanismo per costituire un nucleo di sanità scolastica perché ci si è limitati a dire: ragazzi miei sapete che c’è di nuovo? Siccome per risparmiare in barba alla salute di studenti e docenti abbiamo cancellato la sanità scolastica e adesso questo sistema mostruoso dal punto di vista organizzativo, che è la scuola, lo scarichiamo sul luogo italiano più carico che esista. Ovvero il dipartimento di prevenzione – – attacca il governatore della Regione Puglia -. È una scelta folle che ha fatto saltare la scuola in tutta Italia perché se questo provvedimento il governo lo ha preso è perché è saltato il tracciamento ovunque, sono saltate le regole, sono saltati i medici che dovevano fare i certificati di riammissione a scuola perché nessuno se l’era studiato in maniera ottimale meno che mai il governo”.

“Io non ho problemi a tornare all’ordinanza 407 sulla scuola solo che su questa impostazione si è creato uno iato con il Miur perché il ministro mi ha richiamato violentemente a non adottare tali misure – continua Viceversa sulla 413 non c’è stato un attacco logico-giuridico alla struttura dell’ordinanza”.

“Per non consentire al Pil del Paese di non crollare – ha concluso Emiliano – si sta cercando di utilizzare la fase di Natale e il calo dei contagi non per mandare la gente a scuola ma per far lavorare le persone”.