Il sistema sanitario pugliese, come più volte sottolineato, è in affanno. La categoria più colpita in questo periodo di emergenza sanitaria dovuta al coronavirus è quella del 118 con mezzi bloccati per ore al Pronto Soccorso in attesa dello sbarellamento dei pazienti e con ambulanze che non riescono più a coprire l’intero territorio per le lunghe operazioni di sanificazione dei mezzi.

Per questo motivo il presidente dell’Ordine delle Professioni Infermieristiche di Bari, Saverio Andreula, ha inviato una nota al presidente della Regione Puglia, all’assessore alle Politiche della Salute e al direttore del Dipartimento promozione della Salute della Puglia, nella quale viene data una proposta organizzativa e funzionale che “determinerebbe un concreto aiuto e sostegno alle innumerevoli criticità date dal particolare momento pandemico provocato dal Sars-Cov-2”.

“Il SET 118 è in difficoltà per il volume di attività indotto dal momento pandemico. Il numero di chiamate e d’interventi effettuati è aumentato numericamente e nella loro qualità e complessità. Recenti fatti di cronaca e non solo – scrive Andreula – hanno evidenziato l’inadeguatezza del sistema, messo a dura prova rispetto ai nuovi scenari che la pandemia da Covid-19 determina, in particolar modo, sulla durata degli interventi”.

“Le missioni del 118 nelle specifiche di pazienti sospetti e/o accertati da Covid-19 divengono sempre più lunghe e complesse non già per la caratterizzazione dell’intervento ma, per lungaggini che ne conseguono in termini di accettazione all’interno degli ospedali di destinazione che spesso hanno oggettive difficoltà recettive. Il perdurare di situazioni di attesa, anche per ore, all’interno dei pronto soccorso depauperano e, quindi, sviliscono l’attività primaria del 118 finalizzata a garantire tempi rapidi di soccorso e il rispetto della golden hour per le patologie tempo dipendenti”.

“La proposta che ci permettiamo di formulare – scrive – consiste nell’attivazione di ambulanze aggiuntive tipo Victor (con soli soccorritori) e l’attivazione di auto mediche infermieristiche che dovranno intervenire in situazioni laddove il dispach d’intervento identifica codici minori e la valutazione sanitaria è di competenza infermieristica”.

“Qualora il paziente non richiedesse accompagnamento sanitario in pronto soccorso – aggiunge – egli sarà affidato ai soli soccorritori per la destinazione indicata. In questo modo, la valutazione sanitaria sarebbe garantita, nel solco tracciato con le linee d’indirizzo regionali che prevedono un sanitario per la quasi totalità dei mezzi di soccorso e, l’automedica infermieristica potrebbe nuovamente essere operativa a supporto di altri scenari minori che rappresentano la maggior parte degli interventi”.

“La proposta – sottolinea il presidente dell’Opi Bari -, attuata anche in altre regioni, può rappresentare una soluzione a un problema reale nelle more del fatto che, in ogni caso, il sistema va implementato sia nei mezzi sia negli operatori sanitari. Questa task force di uomini e mezzi garantirebbero una risposta più rapida ai numerosi interventi che in questo momento inficiano sulla buona efficienza del 118, sarebbe garantita al paziente una valutazione sanitaria, sarebbero garantiti i tempi d’intervento rendendoli più congrui a un sistema che si definisce d’emergenza, assicurando o quantomeno avvicinando le tempistiche ordinarie di missione soprattutto per quelle patologie tempo dipendenti laddove, causa ritardi, potrebbe essere pregiudicata sia l’outcome del paziente che la vita dello stesso”.

“Quanto esplicitato – conclude Andreula – sarebbe di facile realizzazione nell’effettiva considerazione che le associazioni di volontariato hanno già mezzi congrui (magari utilizzando le ambulanze secondarie che sono del tutto simili alle ambulanze primarie) e personale già formato che può essere impiegato immediatamente, se attuato aiuterebbe significativamente il sistema”.