La Puglia, assieme alla Sicilia, si è risvegliata questa mattina di color arancione. L’annuncio è arrivato ieri sera direttamente da Conte nel corso della conferenza stampa in cui è stato presentato il nuovo dpcm, dopo la suddivisione dell’Italia in zone gialle, arancioni e rosse da parte del Ministero della Salute sulla base di 21 parametri.

Da venerdì 6 novembre entreranno in vigore le nuove restrizioni ma molti pugliesi si stanno interrogando in queste ore e vanno a caccia di risposte sul perché la nostra Regione è passata dallo slogan estivo “Venite tutti in Puglia”, dall’appellativo “Puglia Covid Free” e dalle discoteche aperte a chiudere praticamente bar e ristoranti e a vietare gli spostamenti tra Comuni.

Cosa è accaduto in così poco tempo? Perché altre Regioni, che fino a qualche settimana fa riversavano in condizioni peggiori, ora sono gialle e per almeno due settimane, questa è la speranza almeno, avranno a che fare con restrizioni minori rispetto alle nostre?

Dati alla mano infatti ci si accorge di come altre Regioni, su tutti la Campania ma è l’esempio anche di Veneto e Liguria, siano alle prese con un indice RT più alto o con un numero totale di casi maggiore rispetto alla Puglia.

Ma la classificazione si è basata, come detto, sui dati relativi alla settimana che va dal 19 al 25 ottobre e da 21 criteri totali, tra cui il numero dei casi sintomatici, ricoveri, casi nelle Rsa, la percentuale di tamponi positivi, il tempo medio tra sintomi e diagnosi, il numero di nuovi focolai, l’occupazione dei posti letto sulla base dell’effettiva disponibilità.

La nostra Regione ha pagato inevitabilmente l’inefficienza di un sistema entrato in tilt con lo scoppio della seconda ondata. Hanno pesato su tutto i ritardi registrati nell’allestire i posti letto dedicati ai pazienti covid. È di ieri sera la notizia del superamento dei 104 posti allestiti in tutta la Regione per le terapie intensive.

Un altro fattore che ha inciso sicuramente è quello relativo al basso numero di tamponi effettuati. Troppo pochi i 5mila effettuati al giorno qui se confrontati, ad esempio, con i 15mila della Campania.

I pugliesi meritano una risposta da parte di chi ci governa. Così come la meritano tutti gli alunni, genitori, insegnanti e presidi pugliesi, spettatori di una gestione tragicomica sulle scuole.