Potrebbe slittare a domani la firma del nuovo Dpcm per contenere la diffusione dei contagi da coronavirus, la curva non accenna a diminuire; la flessione registrata ieri, come succede quasi sempre nei week end, è accompagnata dal calo dei tamponi effettuati. Un dato su tutti, quel rapporto tra numero di tamponi e positivi rilevati, è salito ieri al 16,3%. Bisogna fare in fretta.

Sembra ormai certa l’introduzione del coprifuoco, bisogna capire a che ora, se alle 21 per tutto il territorio nazionale, queste sembrano le intenzioni del Governo, o se anticiparlo alle 18. Questa ipotesi sembra essere però destinata alle Regioni oggi più a rischio, quelle ritenute già da scenario 4, da lockdown, là dove l’indice Rt è a 2, oppure 1,5 però con livelli elevati di pressione sugli ospedali. In ogni caso, il coprifuoco significherebbe la chiusura di tutte le attività all’ora stabilita, esclusi alimentari, farmacie e tabaccai. Oltre l’ora stabilita, si potrà uscire di casa solo per comprovate esigenze. Fatti salvi i criteri stabiliti dal Governo e validi per tutto il territorio nazionale, resterebbe alle Regioni l’autonomia di istituire le zone rosse nelle province o città più a rischio.

Si torna prepotentemente a parlare di limiti agli spostamenti tra regioni e all’interno delle zone rosse, il pressing sul Governo è per avere regole uguali per tutti, ma l’orientamento dell’esecutivo è verso criteri legati al fattore di rischio. Resta inteso il diritto a poter tornare a casa, per chi dovesse trovarsi fuori dai propri confini al momento dell’entrata in vigore del Dpcm per scongiurare nuove fughe di massa, già viste.

Quanto alla scuola, si parla di didattica a distanza al 100% a partire dalla seconda media, non più dalla terza come si diceva ieri, oltre alle superiori e all’Università. La pressione sui trasporti pubblici deve scendere, tanto che si parla di occupazione al 50% e no più all’80% come adesso.

Lo smart working dovrebbe andare a pieno regime, esclusi i servizi essenziali, come pure la chiusura dei centri commerciali nei fine settimana. La razio è quella di ridurre le possibilità di assembramenti e stazionamento tanto che dovrebbero essere vietate le slot machine nei bar e tabaccai.