“I fioristi non sono tra i beneficiari del Decreto Ristori. Lo ha deciso il Governo che ha di fatto tolto dalla bozza il codice attività dei negozi della categoria presenti fino alla sera prima nell’elenco”. A denunciarlo è Emilio Lorusso, Presidente Associazione fioristi di Puglia e Basilicata.

“Così facendo gli imprenditori del settore sono stati lasciati da soli in una situazione difficilissima. La chiusura delle attività durante il primo lockdown – spiega Lorusso – ha procurato danni molto seri ai fioristi, con tutte le nuove restrizioni, i fioristi rimangono aperti, ma i clienti sono veramente pochi. Gli aiuti del Governo fino ad ora sono stati inadeguati. Non è stato preso in considerazione il fatto che un’attività, per stare aperta, debba avere un appropriato rifornimento di prodotti in magazzino e in vetrina, prodotti che, se invenduti, a fine giornata dovranno essere smaltiti poiché sono deperibili. Si prospetta un periodo ancora molto problematico per la nostra categoria”.

“Abbiamo chiesto al Governo di essere inseriti fra i beneficiari del Decreto Ristori per ricevere quel piccolo aiuto che per molti di noi potrebbe significare resistere in attesa della fine della crisi sanitaria e commerciale. Fino a questo momento – continua – non abbiamo ricevuto risposta, anzi possiamo dire che nella bozza del primo Decreto Ristori la nostra categoria era stata inserita fra i beneficiari, poi la mattina successiva, quando il decreto è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale, noi eravamo scomparsi. Forse all’interno del Governo di giorno c’è qualcuno che scrive e di notte c’è qualcun altro che cancella”.

“Il far rimanere aperto un esercizio commerciale non può essere il solo parametro per poter decidere se una categoria ha diritto o no al ristoro Statale – sottolinea Lorusso – serve prevedere anche altri parametri come quello di valutare in termini generali la perdita che quella attività subisce”.

“Oggi l’Italia è stata suddivisa in tre aree di rischio covid sintetizzate in zona rossa, arancione e gialla, ed in base a tale classificazione sono stati modulati gli interventi di aiuti governativi, ma la attività di fiorista subisce le stesse identiche perdite in tutta Italia indipendentemente dall’area in cui si opera. Molti nostri negozi sono in zona gialla, ma anche li non riusciamo a pagare affitti, dipendenti spese di gestione in genere.
Non dimentichiamo che molte aziende commerciali fioriste sono di piccole dimensioni e, in gran parte, a conduzione familiare. Il mancato aiuto da parte dello Stato – aggiunge il presidente dell’associazione fioristi – innesca il rischio della chiusura definitiva per decine di migliaia di imprese ed il rischio della disoccupazione per migliaia di addetti”.

“Ci auguriamo – conclude Lorusso – sia possibile ottenere un sostegno da parte dell’Amministrazione Regionale, come già disposto in altre Regioni italiane, in favore di una categoria che è stata, ed è tuttora, fortemente penalizzata, per evitare la moria delle imprese che potrebbe rappresentare una sconfitta per la società intera”.