Il regalo che Giuseppe Conte spera di poter far trovare agli italiani sotto l’albero è un Natale pseudo-normale. Non una festività ricca di abbracci, cenoni affollati e botti per strada, ma qualcosa che non sia una cenetta ristretta a pochissimi intimi. I primi timidi cenni di raffreddamento della curva di contagi, pare ci siano, l’indice Rt nazionale è sceso a 1,43 segno che le misure messe via via in atto con i vari Dpcm stanno dando qualche risultato, ma è del tutto prematuro iniziare a fare programmi.

Un mese e mezzo è un arco di tempo troppo lungo per lasciarsi andare a ottimistiche previsioni, nessuno nel Governo, tra rigoristi e non, vuole correre il rischio di bissare quanto successo in estate, con la prospettiva niente affatto invitate di una terza ondata.

La linea di principio è sempre la stessa, Italia “tricolore”, rosso, arancione e giallo, con le misure localizzate per non mortificare quei territori dove il virus è meno aggressivo. Di contro, tra le zone rosse attualmente in vigore, ci sono le aree più ricche e densamente popolate del Paese, il che si ripercuote sui consumi e sull’economia di tutta la nazione. Se al divieto di spostamento in altre regioni si aggiunge il coprifuoco nel territorio comunale, si ottengono milioni di italiani che non potranno celebrare il Natale con i propri cari.

La prospettiva non piace affatto a Conte, a cui l’obbligo di non uscire dalle 22 al 5 se non per motivi di necessità è sempre stato indigesto. Ci fossero le condizioni, sarebbe la prima misura a saltare in occasione delle festività. In ogni caso, il messaggio che da settimane il premier invia ai cittadini è che col rispetto rigoroso delle norme passeremo tutti un Natale più sereno, ma che in ogni caso non sarà più quello a cui siamo da sempre abituati.

Da qui al 3 dicembre dovrà essere scritto un nuovo Dpcm, con quali misure dipenderà tutto dal comportamento degli italiani. Mascherina, distanza e igiene delle mani; se tutti avessero rispettato rigorosamente le solite, semplici, norme, ora forse non saremmo in questa situazione.