“Dall’inizio della crisi sanitaria la Confesercenti ha scelto di contenere la partecipazione a forme di manifestazione di piazza, pur condividendone i contenuti, preferendo la salvaguardia di un costante dialogo istituzionale mirato a ricercare soluzioni utili a garantire la sopravvivenza delle tantissime imprese rappresentate. I dati odierni però parlano di circa 30 mila posti di lavoro in meno in Puglia nel periodo luglio/settembre 2020. Le cause sono ben note: il mancato rinnovo dei contratti a termine nel settore turistico ricettivo e le tante attività commerciali che hanno chiuso definitivamente le saracinesche”.

Inizia così la lettera scritta dal Presidente di Confesercenti Regionale Puglia, Beniamino Campobasso, indirizzata al Presidente della Regione Puglia Michele Emiliano e al presidente dell’Anci Antonio Decaro.

“Mi spaventa pensare che questo drammatico dato sia la spietata fotografia di un periodo, quello estivo che, pur risentendo del lockdown appena conclusosi, rispecchiava un momento di sostanziale ripresa per l’economia della nostra Regione – continua -. Cosa quindi dobbiamo aspettarci per il prossimo futuro considerando le ulteriori misure restrittive riservateci dal colore arancione stabilito per la Puglia dall’ultimo decreto? La definitiva chiusura di bar e ristoranti è solo l’atto finale di un De Profundis dell’intera e complessa filiera turistica che comprende agenzie di viaggio, tour operators, guide turistiche, ricettività alberghiera ed extra alberghiera oltre che il sistema del trasporto privato”.

“Anche il commercio al dettaglio, pur essendo ancora consentito, si appresta ad affrontare un’altra terribile crisi causata dall’inevitabile calo dei consumi e dalla prospettiva di un Natale nel quale non potremo neanche abbracciare i nostri cari figuriamoci scambiarci regali – spiega Campobasso -. Assisteremo ancora una volta impotenti allo sciacallaggio dei grandi gruppi dell’online che, protetti dai loro paradisi fiscali, si faranno beffe dei nostri divieti a forza di promozioni e offerte”.

“Siamo consapevoli che il sacrificio richiestoci, seppur in maniera confusa ed incoerente, sia necessario e improcrastinabile – afferma -. Non possiamo che accettarlo ma dobbiamo anche chiederci la ratio di un provvedimento che, tra le tante stranezze, penalizza i negozi delle gallerie commerciali ed i mercati all’aperto obbligandoli a restare chiusi nei giorni prefestivi e festivi. Si tratta di una grave distorsione della concorrenza, che non possiamo tollerare. Sono disposizioni al di fuori di ogni logica e che vanno corrette al più presto magari ricorrendo alla giustizia amministrativa perché, così com’è, il provvedimento assesterà un colpo insostenibile anche a queste imprese che realizzano oltre il 50% del proprio fatturato proprio nelle giornate di sabato e di domenica”.

“In conclusione credo sia purtroppo chiaro lo scenario futuro delle nostre città. Sarà, a breve, quello che abbiamo imparato a vedere sgomenti durante il lockdown: città spettrali e desertificate, periferie da realismo socialista. Mi rivolgo a Voi perché Vi facciate ancora una volta interpreti delle reali difficoltà che le nostre aziende ed i nostri collaboratori devono sopportare in un contesto, lo comprendo perfettamente, non facile anzi drammatico per tutti – conclude -. Non mi ha mai appassionato la questione dei ristori ma credo che oggi sia un elemento, insieme ad una sospensione dei tributi locali, che possa consolidare l’idea di far parte di una rete che ancora crede nell’importanza sociale delle attività commerciali e turistiche. Infine ritengo vada ritardata, di almeno un mese, la data di inizio dei saldi.
Sono certo vorrete condividere le nostre preoccupazioni e proposte in un confronto costante anche con le altre Associazioni di categoria”.