Ciucciano caramelle gommose all’esterno di un negozio nelle vicinanze del Redentore. Uno dei 5 amici del branco lancia un fazzoletto per strada e guarda compiaciuto il resto della marmaglia.

Dall’altro lato del marciapiede ci sono i cassonetti, ma piove e non è concepibile bagnarsi le sneackers semi nuove. Li rimprovero. Il lurido in erba mi guarda trucido, spalleggiato dall’amico, uno che ha l’aria di essere il capobranco.

“Quindi è vero che sei un infame”. Risposta secca: “Tu sicuro sei un trimone”. La discussione va avanti con toni accesi. Il tono del moccioso non è ancora ben definito perché il ragazzino sta cambiando voce. La banda sghignazza ammirata mentre continua a masticare caramelle gommose.

Sono le 10 del mattino, dovrebbero stare tutti a scuola, di sicuro non a spasso per il quartiere Libertà. “Perché non siete a scuola?”. La risposta anche in questo caso è secca: “Fatti i ca… tuoi, fai proprio fatica a farti i ca… tuoi”.

Purtroppo siamo in pochi a faticare in questo modo. Il fatto è proprio questo. Ai bulletti come i 4 mocciosi beccati per caso – il più grande avrà avuto 15 anni – in pochi fanno notare comportamenti irrispettosi.

Credono di essere i padroni del loro marciapiede dopo aver visto l’ultimo episodio di Gomorra, ma se gli fai booo alzando la voce corrono via piagnucolando.