L’Università di Bari riapre le porte agli studenti con le lezioni in presenza dal 23 settembre. Si tornerà in aula con percorsi differenziati, si potrà prenotare il posto in aula tramite app, ci sarà l’obbligo di mascherina e distanziamento, oltre alla possibilità di scegliere se seguire da remoto.

Un sistema ibrido messo a disposizione degli studenti con una offerta formativa sia in presenza, con prenotazioni settimanali tramite app, che servirà a contingentare il numero degli accessi per garantire il distanziamento e anche a tracciare le presenze, e contemporaneamente a distanza in altre aule attrezzate con computer o da casa.

Sarà ciascun studente a scegliere come seguire le lezioni e anche come svolgere gli esami orali di profitto, mentre gli scritti saranno solo in presenza. Anche le sedute di laurea si terranno in presenza, con tre ospiti per ogni laureando. Saranno riattivati laboratori, tirocini e saranno garantiti i progetti di mobilità internazionale verso i Paesi ritenuti sicuri. Sono inoltre programmate attività di sanificazione periodica degli spazi.

Sono queste le regole anti coronavirus messe a punto dall’Ateneo, come dichiarato dal rettore Stefano Bronzini. Si ripartirà “in totale sicurezza” ma è importante fare “appello alle responsabilità individuali”.

“Sicurezza è la parola cardine. Questo è un momento complesso che va semplificato e normalizzato nel quale ognuno sia responsabile negli spazi di sua competenza – spiega Bronzini -. Non intendo entrare nella polemica su discoteche aperte e scuole chiuse. È certamente una situazione di emergenza e questa non è l’università che desideriamo, perché le università sono piccole cittadine della conoscenza e il sapere non è un atto individuale. Per questo abbiamo fatto di tutto per far tornare i nostri studenti a vivere l’università in presenza”.

Ad oggi le immatricolazioni sono 4.053 (2300 donne, 1853 uomini) rispetto alle 3.945 del 2019, con un incremento degli iscritti alle facoltà di informatica, lettere e lingue, giurisprudenza. Complessivamente gli studenti iscritti ai 124 corsi sono circa 42mila, che si aggiungono a 1350 docenti e 1347 unità di personale tecnico-amministrativo (il 50% continuerà a lavorare in smart working).