foto di repertorio

Il caso dell’ingenuo 30enne di Ceglie del Campo, salito in aereo per accompagnare moglie e figlio manco fosse andato alla stazione ferroviaria, resta di una gravità assoluta. Così, a scanso di equivoci.

Ciò che siamo in grado di mostrarvi oggi, però, sono i turni a cui sono costretti la guardia giurata incriminata e gli altri colleghi dell’azienda alla quale Aeroporti di Puglia ha affidato la sicurezza dello scalo e dei voli, a quanto pare anche per i prossimi 4 anni. Così fosse, sarebbe interessante comprendere se in qualche modo si è preteso un intervento sui turni di lavoro dei dipendenti.

La guardia giurata multata e sotto procedimento disciplinare, secondo qualcuno “distratta”; a detta di altri “stanca”, è stata inserita nel turno aeroportuale dalle 7.30 alle 15. Niente di insopportabile non fosse che dalle 22 delle sera prima alle 6 del mattino, quindi con una pausa di solo un’ora e mezza, la donna copriva il turno a guardia di un altro ente barese.

Come si può pretendere lucidità e attenzione da un dipendente costretto a questi ritmi di lavoro? Come denunciato non si tratta di un caso isolato. Oggi, sempre all’Aeroporto di Bari, un’altra guardia sta lavorando dalle 7.30 alle 9 e poi dalle 12.30 alle 22; altre due sono impiegate per 12 ore dalle 6 alle 18 oppure dalle 7.30 alle 9 dalle 15.30 alle 23.45, sempre non faccia tardi l’ultimo volo.

In questi giorni, mentre la politica latitatava, ad eccezione di poche voci fuori dal coro e i sindacati rivendicavano maggiore attenzione, in tanti chiedevano l’intervento – finora invano – di Aeroporti di Puglia e delle istituzioni in generale. Non sempre ci si può rifiutare di lavorare anche 17 ore al giorno e per questo si preferisce mettere a repentaglio la propria sicurezza e quella degli altri. In luoghi sensibili come è sicuramente un aeroporto tutto ciò non dovrebbe essere tollerato, eppure si va avanti fino alla prossima distrazione, sperando non si arrivi mai a dover documentare una tragedia.