Dopo le lezioni online, tra poco meno di un mese, è previsto il ritorno in classe per milioni di studenti. Sono tante però le domande che si pongono su come affrontare il rischio di un contagio all’interno delle scuole.

Mentre in questi giorni in classe si sta provvedendo ad applicare i protocolli di sicurezza previsti dagli scienziati, i presidi chiedono di rivedere la responsabilità penale per i dirigenti nel caso in cui professori o bidelli risultino contagiati dal coronavirus.

“I presidi non sono delinquenti o malfattori – ha commentato il presidente dell’Associazione Nazionale Presidi, Antonello Giannelli -. Se il dirigente attua il protocollo sanitario, non gli si deve imputare nulla. Abbiamo chiesto, prima della riapertura delle scuole, di rivedere la responsabilità penale imputabile ai dirigenti scolastici in relazione alla sicurezza sugli ambienti di lavoro. Il rischio è che in caso di personale contagiato, i presidi siano esposti a eventuali cause giudiziarie, dal momento che il covid è equiparato a un incidente sul lavoro”.

È possibile, però, che il governo faccia un chiarimento ulteriore nelle prossime settimane, che tranquillizzi il personale scolastico sulla responsabilità penale. Difficile invece che si arrivi ad un vero e proprio «scudo penale», già si era tentato con un emendamento in Parlamento durante la conversione di uno dei decreti sull’emergenza, ma non se ne era fatto nulla.

I dirigenti scolastici si chiedono anche quando verranno consegnati i nuovi banchi. “L’organizzazione richiede tempo. Per questo chiediamo di conoscere con urgenza il calendario di consegna dei banchi monoposto. Non è possibile che lo vengano a sapere all’ultimo momento” sottolinea il presidente dell’Anp.

Sulla questione banchi, stando ai contratti di fornitura, la consegna è prevista per inizio settembre fino al mese di ottobre e in caso di ritardi, come ha fatto sapere il Commissario all’emergenza Domenico Arcuri, sono previste sanzioni per le aziende che non rispettano i patti. “La distribuzione avverrà secondo una programmazione nazionale e una tempistica che terrà conto delle effettive priorità scolastiche e sanitarie dei vari territori”.

Il mondo della scuola nel frattempo attende la riunione del Comitato tecnico scientifico fissata per il 19 agosto nella quale gli scienziati dovranno stabilire cosa fare con le classi dove si verificheranno casi di studenti positivi al covid.

Nella circolare del Ministero della Salute, nel caso di una persona che abbia sintomi riconducibili al coronavirus, si legge che: “si dovrà procedere al suo isolamento in base alle disposizioni dell’autorità sanitaria contenute nel Documento tecnico, aggiornamento del 22 giugno. In caso di comparsa a scuola in un operatore o in uno studente di sintomi suggestivi di una diagnosi di infezione da SARS-CoV-2, il CTS sottolinea che la persona interessata dovrà essere immediatamente isolata e dotata di mascherina chirurgica, e si dovrà provvedere al ritorno, quanto prima possibile, al proprio domicilio, per poi seguire il percorso già previsto dalla norma vigente per la gestione di qualsiasi caso sospetto. Per i casi confermati le azioni successive saranno definite dal Dipartimento di prevenzione territoriale competente, sia per le misure quarantenarie da adottare previste dalla norma, sia per la riammissione a scuola secondo l’iter procedurale altrettanto chiaramente normato. La presenza di un caso confermato necessiterà l’attivazione da parte della scuola di un monitoraggio attento da avviare in stretto raccordo con il Dipartimento di prevenzione locale al fine di identificare precocemente la comparsa di possibili altri casi che possano prefigurare l’insorgenza di un focolaio epidemico. In tale situazione, l’autorità sanitaria competente potrà valutare tutte le misure ritenute idonee. Questa misura è di primaria importanza per garantire una risposta rapida in caso di peggioramento della situazione
con ricerca attiva di contatti che possano interessare l’ambito scolastico”.

“Se ci sarà un caso positivo all’interno di una scuola – sottolinea il presidente dell’Anp – bisognerà valutare la chiusura dell’istituto solo di concerto con l’autorità sanitaria, cioè la Asl, e dopo avere valutato le circostanze”.

Per garantire la sicurezza degli ambienti e per arginare la diffusione del virus, l’Associazione Nazionale Presidi invita i dirigenti a predisporre un locale interno ad ogni istituto scolastico dove accogliere eventuali casi sintomatici di coronavirus o sospetti.

Nel frattempo la ministra Lucia Azzolina vuole tranquillizzare le famiglie sul rientro a scuola dei propri figli. “Siamo al lavoro da mesi per il rientro a scuola di tutte le studentesse e di tutti gli studenti. È una priorità assoluta del Governo perché è una priorità di tutto il Paese. Dal primo settembre le scuole apriranno per chi è rimasto più indietro. Dal 14 riprenderanno ufficialmente le lezioni”.

“La scuola ha dato tanto nei mesi più duri dell’emergenza, ora servono responsabilità e consapevolezza da parte di tutti. Dobbiamo rispettare le norme di sicurezza ogni giorno – scrive la ministra -. Dobbiamo tutelare la nostra salute e quella degli altri. È importante farlo per non disperdere i sacrifici di questi mesi. Le scuole non vanno solo riaperte, dobbiamo fare in modo che poi non richiudano. E serve la collaborazione di tutti”.