Un migrante residente al Libertà è risultato positivo al coronavirus. Lo abbiamo raccontato insieme al contagio di un piccolo imprenditore del quartiere, ricoverato mentre alcuni suoi contatti stretti sono in isolamento fiduciario.

L’uomo, che abita in via Ettore Fieramosca, era stato soccorso da un equipaggio del 118 e trasportato in ospedale. Una prassi consolidata, al contrario dell’isolamento fiduciario stabilito dal medico competente per i tre soccorritori in servizio sull’ambulanza del servizio di emergenza-urgenza.

Pur avendo avuto tutti a che fare con il paziente, per l’infermiere – forse quello rimasto più a lungo vicino al paziente – non è stato ritenuto necessario l’isolamento fiduciario, disposto invece per il soccorritore e l’autista dell’ambulanza. Ci saranno certamente motivi validi alla base della scelta, evidentemente non presa solo in considerazione della di personale. A molti operatori del 118 la cosa appare tuttavia inspiegabile.