I gestori e i lavoratori delle Rsu e dei Centri diurni, aderenti alla Fmpi Puglia, giovedì 16 luglio, a partire dalle ore 10, torneranno a protestare sotto il Palazzo della Regione in via Gentile. Questa volta è prevista la presenza anche di un gruppo di assistiti e dei rappresentanti dell’Associazione generale cooperative italiane (Agci).

“Nonostante l’impegno preso durante il nostro sin-it di mercoledì scorso dal presidente del Consiglio Regionale Mario Loizzo a sensibilizzare il presidente Michele Emiliano sui delicati temi che rappresentiamo – evidenzia il presidente della Fmpi Puglia e Fmpi Sanità avv. Alessandro Saracino – a tutt’oggi non vi è nessun riscontro da parte di Emiliano ma, di contro, è stata emanata una ingiusta misura, la legge 18/2020, che addirittura fa un passo indietro rispetto alle intese in corso con i gestori e a quanto stabilito con i precedenti regolamenti regionali”.

“Con quest’ultimo provvedimento, la Regione Puglia opera due ingiustizie e ancora una volta si sottrae agli obblighi assunti con i precedenti regolamenti: non annovera i soli autorizzati e una parte dei contrattualizzati, operando di fatto una ulteriore discriminazione poiché elenca tra i contrattualizzati solo le Rsa e le Rssa – continua -. Tutti nelle more avevano l’obbligo di adeguarsi ai requisiti organizzativi e quindi avevano già provveduto ad aumentare il proprio organico con inserimento di medici, infermieri, fisioterapisti e altre professionalità. Tutto questo è una beffa verso chi ogni giorno, come i gestori e gli operatori delle Rsa e dei Centri diurni dedica la propria vita agli utenti più deboli, disabili, anziani, affetti da alzheimer, e malati psichici”.

La Fmpi Puglia dunque chiede: l’approvazione di un piano di conversione così come previsto dai R.R. 4 e 5 del 2019; l’accreditamento di tutti i posti di tutte le strutture; l’adeguamento delle tariffe (sia in termini di rivalutazione economica che in termini di adeguamento ai nuovi requisiti cui le strutture si sono sottoposte); il rimborso di tutti i costi sostenuti durante il periodo covid, un indennizzo per il cosiddetto repartino covid all’interno delle RSA.

Tra le altre richieste vi è la rimozione di questo obbligo, limitandolo a una sola camera dedicata a eventuali casi covid e una ricognizione delle RSAA ex art. 67 che hanno presentato istanza di qualificazione in RSA, questione sulla quale Fmpi Puglia è pronta a tornare a protestare.

Per quanto riguarda i Centri diurni, l’organizzazione chiede l’accreditamento di tutti i posti di tutte le strutture; la rivalutazione e l’adeguamento delle tariffe di rimborso, e il varo di una tariffa unica che abbia una valenza in tutte le Asl, per il trasporto degli utenti – esclusivo obbligo delle AASSLL e che continua a gravare economicamente sui centri diurni, facendo registrare così una disparità di trattamento tra le diverse strutture del territorio regionale.

“Le nostre preoccupazioni per la categoria sono tante – conclude il presidente della Fmpi Puglia – ma siamo fiduciosi e attendiamo un incontro con il presidente Emiliano durante il quale gettare le basi di un dialogo positivo per la categoria e per gli assistiti”.