“Non può e non deve passare sotto silenzio la notizia che il Comune di Bari ha fissato ieri le nuove aliquote IMU ai massimi di legge! In queste ore, in conseguenza di questa sciagurata decisione, migliaia di Cittadini sono dunque costretti a versare e trasferire nelle casse comunali la prima rata IMU, circa 45 milioni di euro, la metà dell’incasso annuo pari a 90 milioni di euro”. A puntare il dito contro la politica fiscale dell’amministrazione cittadina, alla luce della proroga decisa all’ultimo minuto durante il consiglio comunale di ieri 15 giugno, è Giuseppe Carrieri, presidente dell’associazione green Bari Eco City, ex consigliere comunale.

“Una montagna di soldi – scrive Carrieri in una nota – che viene sottratta ai consumi quotidiani e che vengono “affidati” al Comune per pagare servizi pubblici esosi e inefficienti. Non possono essere valutati altrimenti lo smaltimento dei rifiuti da parte di AMIU PUGLIA, che incassa ogni anno dal Comune quasi 70 milioni di euro, e il trasporto pubblico da parte di AMTAB, che incassa ogni anno dal Comune quasi 35 milioni di euro”.

“Solo pochi cittadini potranno peraltro usufruire del rinvio a settembre del pagamento della prima rata IMU – sottolinea -, e comunque trattasi appunto esclusivamente della posticipazione di un pagamento che fra 90 giorni dovrà essere effettuato. Ciò che il Comune di Bari e il Sindaco (pro tempore) avrebbe dovuto fare per sostenere concretamente l’economia cittadina, il reddito delle famiglie, il patrimonio delle aziende, era invero calibrare le aliquote tenendo conto dello straordinario momento di crisi economica in atto e che si aggraverà nelle prossime settimane”.

“La legge – evidenzia Carrieri – consente, infatti, al Comune di fissare le aliquote IMU su seconde case, negozi, fabbricati industriali, uffici, etc allo 0,76% del valore catastale; fissare, come è stato fatto, l’aliquota su questi immobili al 1,06% pari ai massimi di legge, significa operare a svantaggio dei Cittadini”.

“La legge – aggiunge – consente di azzerare le aliquote IMU su appartamenti nuovi e però non ancora venduti dalle imprese edili; fissare, come è stato fatto, l’aliquota su questi immobili al 0,25% pari ai massimi di legge del valore catastale, significa operare a discapito delle imprese di costruzione cittadine”.

“La legge – prosegue – infine consente di azzerare altresì le aliquote IMU sulle prime case di categoria A1/A8/A9 (villette, palazzi di pregio artistico/storico, etc); fissare, come è stato fatto, l’aliquota su questi immobili allo 0,5% del valore catastale pari quasi ai massimi di legge significa operare a svantaggio dei proprietari di questo tipo di immobili.

“E allora che si sappia esattamente – tuona il presidente di Bari Eco City – la effettiva politica fiscale del Comune di Bari è tra le più penalizzanti in Italia per cittadini, famiglie e imprese di questa città, tasse alte non sono inevitabili, ma sono il risultato dell’incapacità di ridurre l’elevata spesa corrente, sopratutto delle aziende municipalizzate del Comune di Bari, che costano tanto a fronte di scarsi servizi.

“È molto più facile mettere una tassa alta in un’ora di consiglio comunale, come fatto ieri; piuttosto che operare ogni giorno sui conti pubblici per risparmiare sull’enorme spesa annuale del Comune di Bari e cosi’ abbassare le tasse ai Baresi. Decaro, la sua giunta e la sua maggioranza – conclude Carrieri – ancora una volta e per l’ennesima volta preferiscono le tasse al risparmio. L’importante è che lo si sappia bene”.