Lunghe attese al Pronto Soccorso, in alcuni casi con pazienti alla deriva lasciati per ore sulle barelle, ambulanze bloccate per ore prima di poter sbarellare, carenza del personale. Con il ritorno alla normalità post lockdown, il Policlinico di Bari torna nel ciclone delle polemiche.

“Sei ore buttato su una barella in un corridoio del pronto soccorso del Policlinico di Bari con una distorsione ai legamenti del ginocchio, senza che nessun medico abbia dato un’occhiata nemmeno da lontano alla gamba, senza ghiaccio e senza ricevere un antidolorifico”. Inizia così il duro sfogo di un cittadino, tra l’altro giornalista di mestiere, che ha voluto rendere noto su Facebook quanto accaduto qualche giorno fa nel più grande ospedale Barese.

“Dopo circa 4 ore l’unica prestazione ricevuta è stata la radiografia che ha escluso fratture – continua -. Ok ero un codice verde ma quello che ho visto e sentito questa notte, c’erano altre situazioni simili, è molto distante da ciò che viene raccontato”.

Le lunghe attese tra i corridoi del Policlinico, però, non rappresenterebbero l’unico problema da fronteggiare. Due ambulanze del 118 sono rimaste bloccate per più di 4 ore: mancavano barelle e steccobende. Il “sequestro” dell’equipaggio del 118 produce a catena un altro importante problema, ovvero sguarnire il territorio della postazione di rianimazione. Il caso non è l’unico segnalato alla nostra redazione. Nella foto – secondo quanto ci viene riferito – è stata immortalata una barella del Pronto Soccorso “imboscata” nel reparto di Ortopedia.

Per cercare di capire quale sia la situazione, abbiamo sentito il primario del Pronto Soccorso del Policlinico di Bari, Vito Procacci. “Le attese sono assolutamente in linea con i tempi di sempre e nella media generale – spiega nonostante le denunce di alcuni operatori del 118 e di numerosi pazienti -. I dati relativi agli ultimi casi trattati dicono che la media di attesa è di 96,02 minuti, ma bisogna togliere i 15 della visita da parte del medico. Un totale di 80 minuti d’attesa, gli standard per i codici verdi prevedono dalle 2 alle 3 ore d’attesa. Ovviamente questi pazienti devono attendere un po’ di più del previsto in considerazione dei percorsi differenziati. La nostra attenzione è riservata principalmente ai casi più gravi e i casi sospetti di coronavirus”.

“Durante il lockdown – continua il primario – abbiamo registrato quasi zero codici verdi. Non veniva nessuno in ospedale. La gente dovrebbe sapere che ci sono anche altre strutture, che non trattano i sospetti casi di coronavirus e che quindi è preferibile recarsi lì per esempio per un mal di denti o una distorsione alla caviglia, in modo tale da non sovraccaricare il nostro lavoro. L’emergenza continua, il virus non è sparito. È bastato poco per far scoppiare 10 nuovi focolai in Italia”.