La didattica a distanza è stata la croce di molti genitori, non solo quando ci si è dovuti barcamenare tra connessioni scadenti e mancanza di strumenti adeguati. Il malcontento generale ha riguardato spesso l’approccio dei singoli insegnanti, in alcuni casi demotivati e senza la capacità di rivedere i propri metodi, arroccati sulla certezza dello stipendio fisso.

Più gli alunni sono piccoli e maggiori sono le difficoltà di tenere alta l’attenzione, soprattutto se la concorrenza sono “Arex e Vastatore”, “Peppa Pig”, “Paw Patrol” e la numerosa sfilza di cartoni animati.

Nella vita ci vuole fortuna e la scuola non fa differenza, al netto dei piani di studio. Personalmente io e mia moglie ci riteniamo molto fortunati e per questo sentiamo di ringraziare pubblicamente le maestre della sezione primavera di Adelfia Veronica Robusto e Teresa Cappuccio.

Coinvolgere e motivare bambini di età compresa tra i 2 e i 3 anni, l’età del nostro figlio più piccolo, attraverso il monitor di un pc, crediamo sia una delle cose più complicate. La presenza, diceva qualcuno, fa la differenza.

Non solo canzoncine, filastrocche, lavoretti e storie dal lunedì al venerdì, ogni giorno di questi ultimi maledetti tre mesi di detenzione domiciliare. Il punto di volta è la comprensione, la passione, la dedizione, che rendono diversi gli insegnanti gli uni dagli altri, pur nella stessa scuola e con le medesime indicazioni didattiche.

Prendiamo come esempio il lavoro di due maestre, ma siamo consapevoli che ce ne sono migliaia capaci di andare oltre un contratto nazionale o una convenzione.

A quanto sembra da settembre la scuola riaprirà regolarmente, coronavirus permettendo, ma in ogni caso questi tre mesi hanno accresciuto la consapevolezza del valore didattico e umano di ogni singolo docente della scuola italiana, di ogni ordine e grado, pubblica e privata. Noi, anche con il nostro figlio più grande, che ha frequentato la prima elementare dello stesso istituto comprensivo, siamo stati molto fortunati e proseguendo su questa strada probabilmente il periodo del coronavirus non lascerà strascichi.

Speriamo che in tanti abbiano potuto provare la nostra stessa sensazione, seppure abbiamo toccato con mano cosa possa essere l’esclusione, la routine, una lezione senza passione e quanto questo possa lasciare segni difficili da recuperare, soprattutto nei genitori provati dal periodo di lockdown.