Quello di ieri è stato un ultimo giorno di scuola davvero anomalo. Milioni di studenti non hanno potuto festeggiare la fine dell’anno scolastico, se non virtualmente dietro uno schermo, mentre in tutta Italia ci sono state diverse manifestazioni di protesta con lo sciopero generale indetto dai sindacati nazionali.

Le ipotesi del plexiglass tra i banchi e delle visiere ai bambini, proposte dalla ministra Azzolina, sono state accolte negativamente dagli addetti ai lavori mentre tra una settimana prenderanno il via gli esami di maturità per le scuole superiori.

“In queste ore si sta chiudendo un anno scolastico del tutto straordinario, che ci ha messo alla prova e che certamente ricorderemo nel tempo – scrive la ministra su Facebook -. Le ragazze e i ragazzi delle classi terze del primo grado stanno discutendo in questi giorni i loro elaborati. Il 17 iniziano invece gli Esami del secondo ciclo. A tutti loro va il mio incoraggiamento. L’Esame di maturità, in particolare, sarà anche un primo passo verso la riapertura delle scuole”.

“In questi mesi c’è stato un grande dibattito sulla didattica digitale. La cosiddetta Dad. È stata una prova molto impegnativa per tutti, ma so che in tanti hanno apprezzato il lavoro fatto perché siamo partiti da zero – continua -. Abbiamo costruito un modello che ha permesso di salvare l’anno scolastico. E la scuola si è riscoperta un po’ più digitale.
Sono anche convinta che nel tempo sapremo guardare a questo periodo con maggior distacco, e quindi anche con maggior equilibrio”.

“La Dad ci ha aiutato, ma a settembre torneremo alle lezioni in presenza. Siamo al lavoro per questo. Non esistono soluzioni miracolose, ma di buon senso sì. E abbiamo strumenti e risorse per realizzarle.  Abbiamo anche le idee chiare sui tempi – afferma la ministra Azzolina -. A breve le linee guida del ministero saranno pronte. Stiamo portando avanti il confronto con le varie parti coinvolte. Intanto abbiamo già iniziato a costituire i tavoli regionali. Perché dovrà essere sui territori che andremo fisicamente a costruire le soluzioni, in modo chirurgico. Nelle singole scuole, che in questo Paese sono molto diverse le une dalle altre”.

“Naturalmente dobbiamo augurarci che la minaccia del virus diventi presto un brutto ricordo, ma saremo comunque pronti ad ogni scenario. Permettetemi di dire anche un’altra cosa: il tema della sicurezza a scuola è molto serio e richiede prudenza, anche nei giudizi e nei commenti – conclude -.  Nessuno del Comitato tecnico-scientifico, e tanto meno qui al Ministero, ha mai immaginato di chiudere gli studenti dentro cabine di sicurezza, come è stato invece raccontato in queste ore, in maniera quanto meno superficiale.  Ho visto immagini surreali di ragazzi chiusi dentro a strutture simili a gabbie. Siamo al lavoro, giorno e notte, per riportare gli studenti a scuola con le giuste misure di sicurezza. Senza eccessi, senza forzature. Vogliamo tornare alla normalità e lo faremo trovando il giusto bilanciamento tra due diritti sacrosanti, quello all’istruzione e quello alla salute”.