Si è tenuto questa mattina, nel padiglione istituzionale della Regione Puglia nella Fiera del Levante di Bari, il workshop “Pandemia Covid-19 in Puglia: la Salute e la Sicurezza nel Servizio Sanitario Regionale”, organizzato per fare il punto sull’emergenza Covid nei luoghi di lavoro della sanità.

“Sono stati 435 – ha proseguito – gli operatori del SSR (meno del 1% del totale), compresi i Medici della Medicina Generale e gli amministrativi, che si sono contagiati durante la epidemia di Coronavirus in Puglia – spiega Danny Sivo, medico responsabile del SIRGISL, sistema integrato regionale di gestione della sicurezza nei luoghi di lavoro -. La Puglia ha avuto una percentuale di contagiati sul totale di operatori sanitari del 9%, contro una media nazionale del 12%.

“I contagi non sono però avvenuti nei reparti COVID (ad altissimo rischio) dove è stata massima l’attenzione da parte del Sistema alla scrupolosa applicazione dei protocolli ed uso dei DPI, ma in reparti diversi – continua -. Inoltre sono stati 40 milioni i pezzi di DPI utilizzati finora in Puglia nel corso dell’emergenza. La tutela della sicurezza negli ospedali è stata fondamentale nella tenuta della intera epidemia pugliese, per la accertata natura nosocomiale dei primi clusters potenzialmente capaci di innescare e moltiplicare le catene di contagio nel territorio, come avvenuto per SARS e SARS Covid-2 nelle aree del nord Italia inizialmente colpite”.

“In questo momento ci stiamo lasciando alle spalle l’emergenza sanitaria. E’ il momento di fare i bilanci – afferma Pier Luigi Lopalco, coordinatore per l’emergenza epidemiologica in Puglia –. E i bilanci non servono per dire che siamo stati bravi o non lo siamo stati. Servono per dire quel che ha funzionato e quel che non ha funzionato. Perché quello che ci aspetta è probabilmente un momento di prevenzione ancora più serrata”.

“Dal primo bilancio possiamo dire che il sistema Puglia ha funzionato: contro una media del 12% dei casi a livello nazionale che hanno riguardato operatori sanitari, in Puglia ne abbiamo solo il 9% – conclude -. Questo significa che le misure di prevenzione e protezione messe in atto negli ospedali sono state precoci e hanno funzionato. Ragioneremo anche su quello che dovrà essere migliorato per prepararci a quello che un po’ tutti temiamo, ovvero l’arrivo del freddo e dell’autunno”.