Tempo ci vuole, disse la goccia alla roccia, ma alla fine il buco ti farò. Per la serie, per tutte le cose ci vuole tempo, o se preferite, ci vuole il tempo che ci vuole. Nelle ultime settimane a Bari si fa un gran parlale delle piste ciclabili, soprattutto quelle light ultime arrivate, di mobilità alternativa, sostenibile e via dicendo.

Un discorso lungo, che parte da lontano e che ha sempre dovuto fare i conti con una città come la nostra, troppo abituata a prendere la macchina per percorre un metro, e in cui tutti vogliono il parcheggio davanti al portone di casa.

Sia quel che sia, da qualche tempo a questa parte, complice la crisi economica, vuoi per la sempre più forte spinta ambientalista, vuoi perché ai baresi piace essere alla moda, la bicicletta sta conoscendo una ritrovata giovinezza. Come dicevamo all’inizio, però, ogni cosa richiede il suo tempo.

Quello che segue è il post pubblicato su facebook da un comune cittadino, di professione fotografo. Uno abituato a vedere le cose con occhi diversi, a scovare il particolare, a cogliere l’essenza, a osservare le cose da un altro punto di vista.

Non vuole essere una disamina esaustiva, ci sono presunte piste ciclabili a Bari di cui nessuno parla e che non sono nemmeno degne di essere chiamate tali, ma certamente merita una lettura quale spunto di riflessione, che si appartenga al club delle “auto sempre e comunque”, al club degli hooligans della bicicletta, oppure né a l’uno né all’altro.

Oggi sono andato a fare una passeggiata in bici e contento delle piste ciclabili, ho cominciato a percorrerle: la prima quella di parco Due Giugno e man mano che andavo in centro ho collaudato anche quella di corso Vittorio Emanuele.

La pista del parco è impraticabile, gente che passeggia abbracciata, nonostante il marciapiede a fianco, e che ti bestemmia se suoni il campanello per fargli capire che devono spostarsi, gente che corre a coppia o in tre, occupando tutta la sede della pista.

Poi quella di viale Unità d’Italia, è abbastanza fruibile dalle biciclette; sì ci trovi il tipo che corre, ogni tanto ti passa d’avanti un’auto che fa inversione ad U, ma quando arrivi in quella di corso Vittorio Emanuele, lì sono caxxi amari.

Gente che entra o esce dalle macchine parcheggiate e apre gli sportelli senza minimamente preoccuparsi di guardare se arriva qualcuno, le solite persone che ci passeggiano sopra, perché non basta un marciapiede largo circa 50 metri, e per finire, anche i motorini che ci camminano tranquillamente, senza che i vigili, presenti, abbiano minimamente mosso un dito! Alla fine, credo che possiamo avere a disposizione qualsiasi cosa, ma se non muta il modo di ragionare, a Bari, sarà dura cambiare!