I laureati in Scienze Motorie sono spesso impiegati nelle scuole primarie come tutor sportivi, gli stessi però si trovano nella situazione paradossale di essere sotto contratto di collaborazione sportiva, che non prevede le tutele minime quali malattia, maternità, permessi, previdenza sociale e disoccupazione.

“Siamo invisibili per il mondo dell’istruzione e per il mondo sportivo – scrive in una lettera un nutrito gruppo di laureati in Scienze Motorie -. Tutti vorrebbero l’educazione motoria nella primaria con il docente specializzato, ma nessuno vuole darci un contratto di lavoro serio che meritiamo. Si lavora con progetti semestrali e mai annuali, perché in partenza sempre verso novembre o dicembre. E solo con le classi IV e V, col paradosso che molto spesso proprio i bambini più piccoli vengono affidati a istruttori sportivi esterni non qualificati. Inoltre, le ore di educazione motoria previste sono soltanto due”.

“Purtroppo – continuano – il progetto vede impegnato il tutor soltanto per un’ora a settimana a classe, con la conseguenza che molto spesso diventa l’unica occasioni per gli alunni e le alunne di andare in palestra. Può apparire ridondante sottolineare quanto l’attività motoria nella fascia di età dai sei ai dieci anni possa ricoprire un ruolo di estrema importanza, che può essere data soltanto tramite un riconoscimento professionale del laureato in Scienze Motorie in termini di garanzie e tutele contrattuali da parte del Ministero dell’Istruzione e dal Ministero dello Sport”.

“Naturalmente siamo grati al Coni e a Sport e Salute spa per l’opportunità concessa di poter attuare i progetti scolastici, ma ciò non è sufficiente. Non lo è per noi, non lo è per le famiglie e non lo è per gli alunni e le alunne. Per questo – aggiungono – è necessario che venga attuata il prima possibile la nostra stabilizzazione e, dunque, l’inserimento definitivo dell’insegnante di educazione motoria all’interno delle scuole primarie”.

“Chiediamo quindi a gran voce – concludono la lettera i laureati in Scienza Motorie – un incontro urgente con le figure coinvolte per far sì che il DDL 992 non venga dimenticato, ché possa proseguire il suo iter parlamentare e che venga, ove possibile, ridefinito in quei passaggi magari ormai superati, in modo tale da acquistare maggiore efficacia”.