Patologie diverse, bagni in comune, un reparto ristrutturato pronto da tempo e non ancora consegnato, in mezzo tanti piccoli pazienti ematologici che per la loro particolare condizione dovrebbero essere ricoverati da soli e non in stanze con altri degenti. Gli elementi per l’ennesima spy story a tema sanità in salsa pugliese, si dipana tra i corridoi dell’Ospedale Pediatrico Giovanni XXIII a Bari, meglio noto come ospedaletto.

Piastrinopenia, anemia emolitica autoimmune, emofilia, parliamo di patologie che, per la terapia che richiedono, spesso immunodepressiva, necessitano di un ricovero in stanze singole, in modo che per il paziente si riduca al minimo l’eventuale rischio di infezione. Da diverso tempo, secondo quanto ci risulta, all’ospedaletto il reparto di Pediatria ematologica “Bruno Trambusti” è accampato, tra virgolette, in una ubicazione temporanea per dei lavori di ristrutturazione.

Accampato perché si parla di stanze doppie, promiscue tra pazienti ematologici e gastroenterologici, due soli bagni in comune tra tutti i ricoverati anzi che in ogni camera, destinati anche alle mamme dei piccoli degenti, lavandini guasti. E da gennaio-febbraio siamo in emergenza sanitaria per la pandemia del coronavirus.

Una vicenda di normale amministrazione che diventa però la nostra spy story quando, a cantiere ormai chiuso da parecchio, qualcuno dice addirittura un anno, il reparto non torna nella sua collocazione naturale, in pratica i lavori non vengono consegnati, e non si capisce perché.

Lavori che hanno prodotto un reparto tutto con stanze singole, bagno in camera e non condiviso, una sorta di fiore all’occhiello ideale per garantire il rispetto delle condizioni richieste.

Tra i corridoi si mormora che al suo posto, nelle stanze nuove di zecca, forse adocchiate dalle mire ambiziose di qualche altro primario, troverà sede un’altra Unità Operativa, ma al momento tutto è fermo, con le conseguenze che si possono facilmente immaginare per i bimbi affetti dalle patologie di cui sopra.