Quattro nipoti in 50 metri quadrati, per Anna e la sua famiglia i mesi del lockdown trascorsi agli arresti domiciliari sono stati molto duri. Come tutti, anche lei ha dovuto affrontare l’emergenza del coronavirus come meglio ha potuto, barcamenandosi tra le nuove e sconosciute difficoltà.

A peggiorare la situazione, però, ci sono stati i vecchi problemi: “Non abbiamo i soldi per mangiare – ha detto – figurarsi se abbiamo quelli per internet. I bambini non hanno potuto seguire le lezioni a distanza”.

“Hanno bisogno di svarionare, sono depressi, non dico che devono giocare, ma almeno chiedo al sindaco di aprire un campo estivo, una cosa per i poveri, non è che li posso buttare in mezzo al recinto che sta la merda”.

“Abbiamo paura di questa malattia – ha sottolineato Anna – ci dobbiamo cautelare, non li possiamo portare a mare, a Pane e Pomodoro, dove stanno le altre persone. Decaro deve dare qualcosa per i bambini, non per le mamme, noi ci siamo sacrificate e ancora lo facciamo, ma per i bambini. Abbiamo bisogno di aiuto”.