La Puglia è la regione con il più basso numero di test effettuati. Il dato arriva dall’Instant Report Altems Covid-19, il report settimanale dell’Alta scuola di economia e management dei servizi sanitari dell’Università Cattolica, che mette la Puglia all’ultimo posto della classifica con soli 2.64 tamponi per mille abitanti. Il dato più alto, invece, è nella Provincia Autonoma di Trento con 14.14 tamponi.

Un dato che fa riflettere, soprattutto dopo la testimonianza di Anna, la 58enne barese che dopo aver perso il compagno per sintomi riconducibili al coronavirus, ha scoperto di essere positiva dopo decine di richieste per essere sottoposta a un tampone e dopo 60 giorni di quarantena.

Stando al professor Pierluigi Lopalco, epidemiologico dell’Università di Pisa e a capo della task force della Regione Puglia sull’emergenza coronavirus, la capacità totale di laboratorio ad oggi non è stata saturata, ed è sufficiente. “Ma non lo sarà più assolutamente a ottobre, quando inizieranno a circolare tutti i virus simil influenzali e gente con febbre e tosse che dovrà essere sottoposta a tampone ne avremo tantissima. In quel momento la nostra capacità di fare i tamponi dovrà essere enormemente più alta”

“Fino ad oggi – continua Lopalco – la strategia è stata di sottoporre a tamponi le persone con sintomi e, in caso positivi, a tutti i contatti, anche asintomatici. Ma tra oggi e domani verrà fuori una disposizione regionale, perché ci stiamo preparando per la seconda fase nella quale avremo molti meno casi evidenti e dobbiamo cercare di scovare eventuali circolazioni sommerse del virus”.

“Dovremo fare tamponi a tutti coloro che entrano in ospedale e agli operatori sanitari per fasce di rischio. Oltre all’aumento della capacità di fare tamponi, in Puglia dovrà essere raddoppiato il numero dei cosiddetti. Il Governo – conclude Lopalco – ha detto che serve un cacciatore di virus ogni 10mila abitanti, in Puglia ne abbiamo la metà, quindi dobbiamo raddoppiare il numero dei tracciatori”.