Gli Opi, Ordini Professioni Infermieristiche, di Bari e Bat protestano formalmente contro l’istituzione delle USCA, Unità Speciali di Continuità Assistenziale, in Puglia composte solo da medici.

“Gli infermieri non sono cloni dei medici. L’Istituto Superiore di Sanità ha definito gli ambiti di gestione clinica del caso confermato COVID -19 attraverso le cosi dette Usca, precisando, tra l’altro, che le stesse si avvalgono della consulenza/collaborazione di infettivologi e di altri specialisti con la presenza garantita di infermieri H24. Le indicazioni dell’ISS sono state attuate da quasi tutte le regioni d’Italia – si legge nel comunicato -. La Puglia, in forte ritardo nella definizione del modello organizzativo delle USCA, ha deciso di istituire formalmente le USCA composte solo da medici. Accade che, a seguito della rinuncia dei medici di Continuità Assistenziale, invitati, su base volontaria, ad entrare a far parte delle USCA, Emiliano e Montanaro, hanno deciso di RIPIEGARE sugli Infermieri, prospettando, dopo colpevole dimenticanza in fase di istituzione delle stesse, come soluzione: la sostituzione del personale medico con personale infermieristico”.

“Si tratta di un fallimento annunciato. Secondo le dichiarazioni pubbliche di Emiliano e Montanaro, le USCA erano pronte ad entrare in azione su tutto il territorio pugliese già dal 23 aprile 2020. Il 16 il governatore della Regione Puglia si è affrettato a ringraziare i medici di medicina generale che dovevano collaborare con lui e Montanaro; nella stessa data i due avevano dichiarato che si trattava di una svolta nell’approccio alla cura della malattia, permettendo il monitoraggio domiciliare dei malati di Covid-19 e del controllo dei loro eventuali conviventi, limitando così le ospedalizzazioni – dichiarano gli OPI -. Ciò sarebbe dovuto accadere grazie all’aiuto e alla disponibilità dei soli medici di medicina generale. Ogni USCA doveva essere composta da ben cinque medici, che si dovevano alternare in due turni giornalieri. Ciascuna doveva espletare almeno otto visite domiciliari al giorno”.

“Le USCA attivate in tutta la Regione dovevano essere ben ottanta ed erano già pronte a partire, come deciso nella riunione del Comitato permanente regionale di Medicina Generale lo scorso 8 aprile 2020 – concludono -. Del C.P.R., fanno parte, oltre ai rappresentanti regionali, tutti i sindacati dei medici di medicina generale. Esclusi gli Infermieri. Questa, è la sanità inconcludente e confusionaria della Puglia di Emiliano e Montanaro che mai avremo voluto vedere per i disagi che sta determinando ai cittadini”.