“La prima cosa da fare è darci liquidità a fondo perduto, noi siamo allo stremo, abbiamo dovuto licenziare i dipendenti, non hanno dato la cassa integrazione, non hanno dato i 600 euro, col paradosso di aver considerato tra gli aventi diritto anche le attività considerate essenziali e che quindi non hanno chiuso”. Antonella Nista, portavoce del movimento La Formica, parla dalla soglia della sua attività, OperaLab, che si occupa, o meglio si occupava, tra le altre cose di allestimenti fieristici.

L’uso del verbo al passato è obbligatorio, perché da quando è scoppiata la pandemia del coronavirus e col subentro dello stop forzato alle attività, è tutto desolatamente fermo. Proprio per cercare di dare una scossa a questa drammatica situazione, il movimento La Formica ha organizzato per lunedì 11 maggio una protesta in piazza Libertà, l’auspicio è che partecipino tutti i 2200 aderenti, perché se è vero che lentamente si sta tentando di tornare alla normalità, sotto la spada di Damocle della possibile nuova chiusura nel caso i contagi dovessero tornare a salire, è pur vero che ci vorrà tempo per risollevarsi. Molti ormai sono alla disperazione, tra aiuti che non arrivano e famiglie da mantenere, col rischio concreto di non riaprire dopo 30 anni di attività.

Dal Comune si tenta in qualche modo di venire incontro agli esercenti, proprio ieri è stata firmata la delibera per il piano Open: “Tra un po’ ci saranno le linee guida della Cabina di Regia Nazionale e del Comitato Tecnico scientifico e probabilmente ci diranno che si potrà fare attività solo all’aperto – ha anticipato Antonio Decaro riferendosi a bar e ristoranti – per questo abbiamo deciso di concedere fino al 50% in più di suolo pubblico, gratuitamente, con una semplice richiesta al Municipio, senza procedure, che per il suolo pubblico sono ben 8, tra Asl, Polizia Locale,Sovrintendenza e via dicendo”.

Sul piatto della bilancia, il Comune ha messo 6 milioni di euro, stanziati dalla pubblica amministrazione per dare una mano agli esercenti nella fase di ripartenza: “Nei prossimi giorni comunicheremo i codici Ateco delle attività che possono fare la domanda, potranno beneficiare di un contributo a fondo perduto di circa 1500 euro, un modo per far aiutare tutte quelle attività che sono state chiuse, i negozi di scarpe, i mercati, i parrucchieri, diamo la possibilità di ottenerli senza alcuna rendicontazione, con una semplice domanda”.