Il Comune di Bari ha approvato il bando Open che prevede l’erogazione di una somma a fondo perduto fino a 1.500 euro a favore dei negozi rimasti chiusi a causa dell’emergenza Covid-19. Secondo il presidente dell’Anmic Bari, Michele Caradonna, tra i requisiti per ottenere i contributi a fondo perduto non prevede il rispetto dell’accessibilità dei disabili.

“Sarebbe paradossale che contributi pubblici, derivanti da tasse pagate da tutti i cittadini, siano stanziati senza che sia garantita ai disabili la possibilità di usufruire degli spazi. L’effettivo adempimento delle disposizioni legislative – continua Caradonna – andrebbe poi verificata con controlli diffusi, pena, in caso di inadempienze, la restituzione dell’apporto economico”.

I requisiti per richiedere il contributo a fondo perduto è di 1.500 euro per le attività economiche operanti nei settori del commercio, dell’artigianato, della somministrazione di alimenti e bevande; e di 500 euro per gli esercenti del commercio ambulante titolari di concessione del Comune di Bari a svolgere la propria attività presso i mercati rionali cittadini, per non meno di 3 giorni alla settimana, a condizione che dette concessioni siano state sottoposte a sospensione.

“Per l’eliminazione delle barriere architettoniche – conclude Michele Caradonna, presidente della sezione ANMIC di Bari – ci sono specifiche leggi, come la 13/89, che trova la sua attuazione nel decreto ministeriale 236/89, e che sostanzialmente prevede che ogni luogo sia fruibile da chi ha ridotte capacità motorie o sensoriali. Qualsiasi spazio pubblico e privato deve essere fruibile da tutti in condizioni di sicurezza e con attrezzature adeguate. In quanto al pubblico, con i piani di eliminazione delle barriere architettoniche, i Comuni sin dalla fine degli anni 80 avrebbero dovuto adeguarsi, ma purtroppo in moltissimi casi non è avvenuto. Il cambiamento, in realtà, oltre che dal rispetto della legge, passa anche ma anche dalla consapevolezza, da una rinascita culturale”.