Giusy credeva di poter passare il resto della sua vita con Elio. Ma il 7 marzo scorso un ictus fulminante lo ha strappato dai suoi cari in soli 24 minuti. “Era tornato a casa dopo aver portato il cane a fare una passeggiata. Mentre si stava cambiando mi ha chiamato. Dalla sua voce ho capito subito che si trattava di un’emergenza. Sono corsa in camera da letto, ma lui già non riusciva più a parlare”.

La sofferenza di Giusy è tanta. Elio era la sua colonna, sempre presente soprattutto nei momenti in cui era stata costretta a lottare contro il male del secolo. “So che ha vissuto la morte come una sconfitta personale. Il personale del 118 ha fatto tutto il possibile. Sono arrivati dopo qualche minuto dalla mia chiamata e sono stati davvero tutti quanti gentili. Hanno cercato in tutti i modi di salvarlo, anche quando avevano capito che per lui non c’era più nulla da fare”.

“Dopo due mesi dalla sua morte – racconta Giusy -, un periodo per me di buio e disperazione, finalmente ho raccolto le forze per ringraziare tutti gli operatori che quel giorno hanno cercato di salvare Elio e che hanno mostrato tutta la loro umanità dal primo all’ultimo minuto.

“Hanno cercato di tranquillizzarmi e hanno avuto anche compassione per il mio cane che,  capito che il suo padrone non c’era più, abbaiava disperato. Sono stati gentilissimi – continua – hanno anche recuperato una coperta per prenderlo da terra e adagiarlo sul letto. Sono stati professionali, veloci, empatici”.

“Sono riuscita a vedere sul loro volto il dolore per una sconfitta perché questa volta la morte aveva vinto. Mio marito – conclude Giusy – non c’è più e nulla me lo potrà restituire, ma resta nel mio cuore il calore donatomi da quelle persone spesso bistrattate”.