Oggi, sabato 30 maggio, è la giornata mondiale della Sclerosi Multipla. Lucia da 15 anni combatte con questa malattia e, sulla propria bacheca Facebook, ha voluto tirare le somme della sua “convivenza”, lasciandoci un grande insegnamento di vita.

“Diciamocela tutta, mi ha frantumato i coglioni, presentandosi nelle occasioni meno appropriate, una vera zoccola. Oggi ci scambiamo gli auguri: 15 anni di amore eterno, quegli amori davvero di altri tempi, dove nessuno abbandona nessuno, magari lei è stata l’unica a non mollarmi mai, anzi sicuramente l’avrà fatto – scrive Lucia -. Quante ne abbiamo viste insieme, quante volte mi ha visto cadere, cambiare cure, cambiare il volto del mio viso, piangere, crollare e rialzarmi. Non sai quante volte cara malattia del cazzo ho voluto cedere, non immagini quante volte di notte, ho detto a me stessa ( ma chi cazzo me la fa fare ) magari guardando gli altri , magari guardando chi semplicemente corre o cammina o chi non ha bisogno di un aiuto per potersi semplicemente docciare”.

“Quante volte avrei voluto dire, basta hai vinto, prenditi tutto e vai e sparisci, quante volte ho pianto per paura, pianto perché mi son chiesta mille volte che nessuno merita lacrime o, cosa peggiore, di sacrificare un’intera vita a programmarsi i minuti, per poter viver meglio – continua -. Sono stati mesi dove ho passato le mie giornate a casa per il covid, ma alla fine sono 15 anni che passo questa vita così, un giorno ti svegli come Dio dell’olimpo, il giorno dopo ti svegli, come una vecchia auto d’epoca… Non pensavo che, con il tempo, tutto questo sarebbe stato diverso, però c’è una cosa che non ha cambiato nulla: il mio vivere, il mio vivere che è bel lontano dal veder tutto distrutto”.

“Io sono consapevole dei lati mostruosi che una malattia possa comportare, sono consapevole che le mie gambe ormai mi hanno detto addio, sono consapevole di tutto e nella sua voglia distruttiva mi ha creato sogni e ancora sogni, ne ho visto di gente andar via, ne ho viste di cose e ne vedo ancora di cose, con la consapevolezza di dover dire oggi sarà migliore e domani ancora meglio – si legge nel post -. La mia unica frase in tutti questi anni di rivoluzione fuori e dentro me, è la seguente: non mi uccide la sclerosi multipla, quanto la gente e il loro modo di ucciderti o di ferirti o di farti sentire inadeguato alle circostanze”.

“Qualsiasi cosa accada, il restare positivo non è sempre un’ottima soluzione, ma solo un’ illusione astratta – conclude -. Bisogna sempre crearsi intorno sogni e obiettivi da sfondare con il corpo assente e la mente presente di ogni bene più profondo, qualunque cosa accada ricordatevi sempre: ANDRÀ TUTTO BENE, NON SI MOLLA UN CAZZO”.