Ormai è solo questione di (poco) tempo, il 4 maggio si avvicina rapidamente e alla stessa velocità crescono i timori per la riapertura. Se da una parte l’economia è in ginocchio, dall’altra la conta dei morti per coronavirus è ancora impietosa. Per un verso o per l’altro, tutti aspettano la Fase 2. In vista della riapertura Trenitalia ha raddoppiato il numero di convogli su alcune tratte e i posti disponibili sulla Milano-Napoli sono già andati esauriti.

La mente corre alla notte dell’8 marzo, con la stazione centrale del Capoluogo lombardo presa d’assalto per fuggire il più lontano possibile dai focolai prima che il premier, Giuseppe Conte, annunciasse ciò che ormai già si sapeva, quella inevitabile e imminente chiusura di cui tutti erano a conoscenza per una disgraziata e incosciente fuga di notizie.

Col ricordo di quelle immagini drammatiche ancora vivo, la paura per una seconda fatale ondata di contagi diventa sempre più concreta, e pensare che gli spostamenti tra regioni diverse sono consentiti solo per comprovate esigenze, anche se l’accelerazione in avanti impressa per esempio da Calabria e Puglia rispetto alle decisioni del Governo per la Fase 2 alimentano la mancanza di chiarezza e uniformità d’azione sul territorio nazionale. Non a caso la giunta regionale pugliese ha ripristinato la misura della quarantena obbligatoria per chi arriva da fuori. Lo scontro istituzionale è comunque ormai in atto. Non resta che aspettare incrociando le dita e puntando tutto su controlli e buon senso dei cittadini.