Si chiama eparina, non è un nuovo farmaco ma è un conosciuto anticoagulante dal costo irrisorio e sarebbe efficace contro il Sars-CoV-2. Fluidificante del sangue, previene la formazione di coaguli sanguigni anomali che sono i trombi gli alleati più preziosi della Covid-19. È quanto emerge dal lavoro di ricerca degli specialisti italiani dopo le prime autopsie effettuate sui cadaveri infetti.

Il cocktail che potrebbe sconfiggere definitivamente il morbo è costituito appunto da anti-infiammatori e anti-coagulanti, una miscela che potrebbe farci tornare molto presto alla normalità. “La nostra – spiegano gli ambienti della ricerca – è la più ampia casistica mondiale, poiché i cinesi hanno pubblicato praticamente quasi nessun report sulle autopsie”.
Ma gli studi sono comunque alle origini, gli anatomopatologi hanno chiesto di procedere soprattutto per investigare i decessi di pazienti relativamente giovani, e altrimenti sani, aggiungendo quanti più dati possibili circa la data di esordio dei sintomi, le eventuali comorbilità, le terapie effettuate, il sistema di supporto di ossigeno, il passaggio in terapia intensiva, per capire quanto ci sia di pregresso nei polmoni disastrati esaminati e spiegarsi alcuni reperti anomali.
Ma le terapie a base di eparina, di fatto in corso da qualche giorno, anche prima del via libera dell’Agenzia italiana del farmaco, hanno acceso l’entusiasmo senza abbandonare la necessaria prudenza. “Non vorremmo sembrare eccessivi – chiariscono i ricercatori – ma crediamo di aver dimostrato la causa della letalità del Coronavirus. Se così fosse non servono le rianimazioni e le intubazioni perché innanzitutto devi sciogliere, anzi prevenire, queste tromboembolie. Serve a poco ventilare un polmone dove il sangue non arriva. L’efficacia del trattamento terapeutico, poi, ci induce a ritenere che sia questo il motivo principale per cui in Italia le ospedalizzazioni si riducono. Sta diventando una malattia curabile a casa. Per me si potrebbe tornare alla vita normale e riaprire le attività commerciali. Insomma, basta con le attuali restrizioni. Non subito, certo. Ma molto presto”.

Il momento di abbassare guardia e mascherine non è ancora giunto. Ma il ritorno alla normalità potrebbe essere più vicino di quanto si pensi grazie all’eparina. In caso contrario, sarà necessario ricorrere al vaccino.

“Normalmente per arrivare a un vaccino da commercializzare il tempo medio è di due-tre anni – ha dichiarato il pediatra e membro del comitato tecnico scientifico Alberto Villani -. In quest’occasione penso che i tempi saranno molto molto più brevi, sicuramente non saranno quelli abituali per un vaccino”.