Il coronavirus ha travolto come uno tsunami la sanità italiana. Medici, infermieri e operatori socio sanitari si sono visti catapultati in una realtà difficile, fatta di pochi posti per i ricoveri e del numero di contagi in aumento vertiginoso di giorno in giorno.

Nei primi giorni di marzo, periodo in cui in Italia è scoppiata l’emergenza sanitaria, è stata emblematica la foto scattata dalla dottoressa Francesca Mangiatordi nella quale era ritratta una delle infermiere dell’ospedale di Cremona, la 43enne Elena Pagliarini, crollata sulla tastiera del computer dopo una giornata impegnata nella lotta al coronavirus.

Ed è proprio in quell’ospedale che ieri il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, ha fatto visita per ringraziare tutto lo staff del duro lavoro. Il premier ha incontrato la protagonista immortalate nella foto. “Era stanco per il giro fatto durante la giornata – racconta il medico pugliese -, ma ha ascoltato attentamente, manifestandoci tutta la sua stima”

“Abbiamo parlato del lavoro degli infermieri e degli oss, della grande collaborazione che c’è stata fra tutto il personale. Con la riorganizzazione di tutta l’attività, molti colleghi per esempio hanno dovuto imparare nel giro di poche ore come si usa un ventilatore polmonare. Il direttore generale, i direttori sanitari e il direttore territoriale, tutti loro hanno espresso le varie difficoltà affrontate all’inizio dell’emergenza”.

“Col premier si è parlato della possibilità di aumentare i posti in specializzazione, per avere più personale adeguatamente formato. Con la chiusura di Codogno, zona rossa dove si è verificato uno dei primi focolai in Italia – ricorda Mangiatordi ripensando a quei giorni, ben testimoniati dalle foto di repertorio in galleria – i sanitari degli ospedali vicini si sono dovuti trovare ad affrontare un virus sconosciuto”.

La dottoressa Mangiatordi, da sempre in campo per rivendicare una sanità decente, volge lo sguardo verso la sua terra, la Puglia: “So di ospedali che si sono concessi il lusso di chiudere il pronto soccorso per sanificare quando sono venuti fuori dei casi positivi. Chi ha deciso così non ha idea di cosa significa lottare contro il coronavirus e soprattutto non sa cosa potrebbe accadere nel caso in cui, durante la Fase 2, la curva dei contagi dovesse tornare a salire”.