Continua il botta e risposta tra la Fials e la direzione sanitaria dell’Istituto Tumori Giovanni Paolo II. Dopo la nota inviata dal direttore Delvino, Domenico Romano Losacco, segretario della Fials, sottolinea ancora una volta la difficoltà da parte dell’ospedale nel gestire l’emergenza epidemiologica negli ambulatori di oncologia medica.

“È palpabile – sottolinea Losacco – la difficoltà che vive nel tentare di difendere l’indifendibile poiché la situazione degli ambulatori di oncologia medica non è assolutamente idilliaca come rappresentato nella predetta nota, sia nei numeri che nella organizzazione, e sia chiaro che nessuna colpa è imputabile al Direttore della UOC di Oncologia Medica”.

“Per questo motivo – continua – chiedo un accesso agli atti in merito ai tabulati delle terapie erogate nei predetti ambulatori dall’inizio dell’emergenza CoVid-19: la media supera abbondantemente le 50 terapie al giorno, come sono concreti gli assembramenti che si creano in sala d’attesa, come è concreto il difficile mantenimento della distanza sociale tra una poltrona e l’altra e come sono concrete le difficoltà che quotidianamente vive il personale infermieristico”.

“Direttore Generale, la O.S. FIALS – sottolinea Losacco – prima di segnalare ogni e qualsiasi situazione, effettua tutte le dovute verifiche ascoltando soprattutto la viva voce del personale infermieristico, cosa che pubblicamente la invitiamo a fare unitamente ai suoi più stretti collaboratori”

“Inoltre, questa segreteria provinciale, – aggiunge – unitamente alla segreteria aziendale e la compagine RSU-FIALS dell’Oncologico di Bari, con il sottoscritto nelle vesti anche di R.L.S. del predetto nosocomio, più volte ha denunciato l’assenza di procedure connesse all’emergenza CoVid-19 proponendo tra l’altro uno Screening per gli operatori sanitari e l’istituzione di una task force ad hoc”.

“Di tutto quello che sino ad oggi abbiamo segnalato/denunciato – conclude Losacco – , i fatti ed il tempo ci stanno dando ragione ma la nostra non è una competizione, la FIALS pretende il massimo della sicurezza per tutti gli operatori dell’Oncologico di Bari ed azioni di coraggio da parte della Direzione Strategica nell’intervenire con decisione su alcuni meccanismi che in questa fase emergenziale, evidentemente e con carte alla mano, non stanno funzionando e questo non per demerito della S.V. Egregio Direttore, ma è inevitabile un serio momento di riflessione con i consequenziali interventi del caso”.