Il decesso del medico otorinolarigoiatra Antonio Lerose è stato un duro colpo per la comunità altamurana e per l’ospedale della Murgia. Dirigente medico stimato e per bene, Lerose è stato tra i primi a essere contagiato dal coronavirus nell’ospedale Perinei, diventato focolaio del covid-19, con decine di dipendenti a loro volta contagiati.

I colleghi hanno espresso profondo dolore per la morte di Lerose. Alcuni dei commenti postati su Facebook, però, lascerebbero intendere la presenza di specifiche responsabilità sulla gestione dell’emergenza. Francesco Amendolara, medico del reparto di Medicina, per esempio, scrive: “Il collega Lerose ha contratto il virus nel nostro pronto soccorso, quando furono contagiati oltre una trentina tra medici e operatori sanitari, tra l’altro molti colleghi sono ancora in quarantena. Ma lui non ce l’ha fatta. Ma è solo colpa del coronavirus? Ai posteri l’ardua sentenza”. Ai posteri o magari alla Magistratura.

Cos’è successo realmente? La mole di contagiati nell’ospedale della Murgia, partendo proprio dal pronto soccorso, meriterebbe altri approfondimenti. In tanti si stanno chiedendo se i vertici dell’ospedale abbiano per esempio avviato un’indagine interna in modo da riuscire a comprendere se ci sia stata negligenza o sottovalutazione.

Il pronto soccorso, lo ricordiamo, è diretto dal dottor Antonio Dibello, che è anche coordinatore del 118 Barese. Il professionista in questa pandemia si è come sempre sdoppiato sui due fronti. Amendolara non è il solo a porsi domande. Commentando sotto il post scrive un medico del pronto soccorso, il reparto finito al centro delle polemiche. “Mi associo alle condoglianze con grande dolore”, scrive Gianpaolo Rosati. Quest’ultimo è uno dei dipendenti che ha contratto il coronavirus. “Sapete che io ci sono passato e ho rischiato – aggiunge -. Certo che non è plausibile pensare che non ci siano delle responsabilità”.

Cosa è successo al pronto soccorso? Cosa non ha funzionato? Come fu gestito il caso Lerose, fu aperto un intervento in pronto soccorso? Di lì a poco noi come altri raccontammo della debacle, del numero di contagi in aumento e dello sgomento di un’intera comunità, che adesso chiede venga fatta chiarezza.

Secondo un primo approfondimento pare che Lerose sia finito in pronto soccorso il 13 marzo scorso, forse il 12, ma la cosa cambierebbe di poco la sostanza. Il medico si sarebbe recato in pronto soccorso in conseguenza di un infortunio. Non è chiaro come se lo sia procurato, ma sta di fatto che si recò al pronto soccorso per farsi visitare. Dopo una lunga attesa – a detta di alcuni operatori – senza che nessuno indossasse mascherine e altri dispositivi di protezione, il medico sarebbe comunque stato sottoposto anche ad una radiografia del torace.

Fosse vero che in quei momenti nessuno indossasse dispositivi di protezione sarebbe una cosa gravissima. Spetta ad altri approfondire. Il contagio di Antonio Lerose poteva essere evitato? Con i giusti approfondimenti si sarebbe potuto contenere il numero di contagi? In questo momento di grande dolore in tanti rivolgono il pensiero alla compagna del dottor Lerose, che il coronavirus non ha risparmiato e adesso pare sia ricoverata.