Il governo ha deciso di evitare un probabile contagio chiudendo le scuole di tutto il Paese e sospendendo ogni tipo di gara sportiva a livello regionale. Purtroppo però non è facile badare ai figli, grandi o piccoli che siano, soprattutto per quei genitori che non possono lavorare da casa.

Chi non ha la possibilità di lasciare i figli piccoli a nonni o a babysitter, ha deciso di sfruttare la libera interpretazione del decreto da parte di alcune ludoteche che pare in questi giorni abbiano deciso di restare aperte.

Diverso invece per i genitori degli adolescenti. I ragazzi tra i 14 e i 17 anni sono più o meno capaci di badare a loro stessi potendo restare a casa anche da soli. Ma invece di rimanere nelle quattro mura casalinghe, nel primo giorno in cui è entrato in vigore il decreto, ci siamo trovati di fronte a orde di teenager che hanno affollato centri commerciali, parchi e le piazze delle città. Nonostante il premier Conte abbia invitati tutti ad evitare i luoghi affollati e di stare a un metro di distanza uno dall’altro.

Per gli adolescenti, rispetto ai bimbi più piccoli, la chiusura delle scuole non è vista come un forma preventiva per evitare un contagio da coronavirus, quindi restare a casa lontani da ogni possibile trasmissione del virus, ma come un modo lecito per assentarsi e divertirsi fuori dalle quattro mura dell’aula.