Uno dei problemi più grossi dell’emergenza coronavirus è la carenza di posti letto in terapia intensiva. Mancano i ventilatori polmonari, al punto da aver dovuto smobilitare le diplomazie di tutto il mondo per averne degli altri, oltre ad aver fatto scendere in campo l’industria orgoglio nazionale per la produzione. In Italia, per esempio, si è lanciata la Ferrari, ma in giro per il mondo le iniziative simili non si contano più.

Al Sant’Orsola di Bologna lavora il barese Marco Ranieri; classe 1959, ordinario dell’Università di Bologna, Dipartimento di Scienze mediche e chirurgiche, già Ordinario di Anestesia e Direttore della Scuola di Specializzazione in Anestesia e Rianimazione all’Università di Torino ed alla Sapienza Università di Roma. Ranieri, con i suoi collaboratori, ha avuto l’idea di collegare due pazienti allo stesso ventilatore polmonare.

L’idea è stata tramutata in realtà dalla Intersurgical, azienda di Mirandola che in 72 ore ha realizzato il primo prototipo. Testato sempre al Sant’Orsola, funziona. Ora non resta che produrre e realizzare gli esemplari da inviare il prima possibile agli ospedali messi peggio.