“Siamo fortemente preoccupati per i lavoratori che rappresentiamo nel mondo industriale”. L’emergenza sanitaria in atto ha scosso il mondo del lavoro. Tutte le aziende e gli uffici non di prima necessità dovrebbero chiudere o almeno dovrebbero attuare tutte le misure per limitare il contagio da Coronavirus, ma i dispositivi scarseggiano e in alcuni casi è difficile poter seguire i dettami del decreto. Su questo argomento è intervenuta la segreteria nazionale della Ugl rivolgendosi al presidente del Consiglio Giuseppe Conte.

“È dal 30 gennaio 2020, giorno in cui si manifestò il primo caso di contagio Covid-19 in Italia, che è iniziata questa lenta ma inesorabile diffusione dei contagi – scrive la Ugl -. Purtroppo ci si è resi conto dell’effettiva epidemia solo pochi giorni fa, troppo tardi per porre fine a quella che disgraziatamente è ora un’autentica pandemia dichiarata anche dall’OMS”.

“I decreti che si sono susseguiti in queste ultime settimane – continua la segretaria nazionale – sono stati troppo lenti e poco incisivi, e anche l’estensione a zona protetta per tutto il territorio nazionale, ci sembra ancora insufficiente per fronteggiare in modo appropriato le difficoltà che stiamo riscontrando nel mondo del lavoro, ed in particolare nel mondo industriale che rappresentiamo”.

“Troppe sono le aziende che non riescono a garantire le norme contenute nell’ultimo DPCM del 11 marzo 2020 sulla salute e la sicurezza a di tutti i lavoratori impegnati nei cicli produttivi. In questa delicata fase – aggiunge il sindacato – succede che in molte aziende non è possibile mantenere le distanze di sicurezza, per farlo occorrerebbe ridisegnare tutti layout, inoltre non sono sempre reperibili tutti i dispositivi di protezione individuale e neppure possiamo pensare di demandare le risposte di queste criticità agli RSPP o ai Medici Competenti o addirittura ai rappresentanti dei lavoratori RLS”.

“In moltissime aziende – continua la Ugl – sono iniziate delle attività di mediazione e di ricerca delle soluzioni tra le Direzioni Aziendali e le Organizzazioni Sindacali, con il coinvolgimento di RSPP, MC e RLS, a volte con risposte concrete, ma spesso non si riesce a conciliare le necessità produttive con la corretta applicazione delle norme per la salvaguardia della salute dei lavoratori. È per questo che in molte aziende sono iniziate delle azioni di protesta che in taluni casi sono sfociate in veri e propri scioperi”.

“A tal fine Le chiediamo di assumere quanto prima tutte le iniziative atte a salvaguardare la salute e la sicurezza di tutti i lavoratori anche del mondo industriale – conclude la sigla sindacale -. Le chiediamo inoltre di prevedere quanto prima e per tutto il territorio nazionale, ammortizzatori sociali in grado di sostenere le difficoltà che il mondo del lavoro sta riscontrando in questi giorni. Rimaniamo disponibili per chiarimenti nel merito e per essere uditi qualora lo ritenga utile”.