“Chiusura di 10 giorni dell’Istituto tumori Giovanni Paolo II”. Una proposta provocatoria quella dell’organizzazione sindacale Fials a firma del segretario Domenico Romano Losacco, in seguito alle numerose denunce inoltrate anche al Prefetto di Bari sulla gestione dell’emergenza Coronavirus.

“Deve essere chiara una cosa su tutte – scrive Losacco – gli operatori dell’Oncologico di Bari amano il proprio lavoro, nessuno vuole esimersi dalle proprie responsabilità e tutti, a partire dal sottoscritto, hanno a cuore le sorti dei pazienti oncologici però, non possiamo permettere che qualcuno, facendo leva su questo, possa mettere a serio rischio l’incolumità degli operatori che ogni santo giorno dedicano la loro professionalità ai meno fortunati e per portare il salario alle proprie famiglie”.

La Fials, visto anche quanto accaduto all’ospedale San Pio di Castellaneta, dove un medico ha nascosto le sue condizioni di salute contagiando alcuni colleghi, chiede l’apertura di istruttorie interne in merito alla positività Covid-19 di un medico della SSD Endoscopia e di una degente della UOC di Chirurgia Generale. “Queste situazioni hanno seriamente esposto a gravi rischi il personale infermieristico, di supporto e delle ditte esterne e pertanto pretendiamo contezza in merito allo svolgimento dei fatti, sul perché parte alcuni ausiliari del servizio appaltato che hanno avuto contatti con la paziente non sono stati collocati in quarantena, come chiediamo contezza in merito a quanto accorso qualche giorno fa ovvero di una paziente di ORL alla quale è stato disposto il tampone, con esito negativo fortunatamente e risulterebbe che non sia stato fatto il triage e che avesse seguito una corsia non istituzionale. Vogliamo chiarezza”.

“Stessa cosa – continua l’organizzazione sindacale – dicasi per un caso sospetto del 22.03.2020 presso la UOC Chirurgia Toracica. Riformuliamo altresì la proposta di poter effettuare tamponi direttamente in Istituto, senza dipendere dalla AOU Policlinico ed estenderli a tutti gli operatori senza discriminazione alcuna, comprendendo anche il personale dei servizi appaltati”.

“È necessario – aggiunge la Fials – avere una mappatura pubblica dell’attuale dotazione di DPI di ogni singola unità operativa e servizio dell’Oncologico di Bari poiché giungono numerosissime doglianze in merito alla esiguità e alla non piena conformità degli stessi per le attività (ad es. vengono distribuite mascherine chirurgiche come surrogato di FFP2 oppure le FFP2 vengono assegnate solo a pochi “eletti” come accade in Sala Operatoria e non per colpe della coordinatrice infermieristica ma per decisioni apicali)”.

“Non è più procrastinabile la necessità di rivedere le attività di rimozione delle pompe elastomeriche che ante COVID-19 venivano rese il sabato e domenica con partecipazione su base volontaria da parte del personale infermieristico (remunerato con prestazioni aggiuntive) nell’ambito del progetto AIOCA: è necessario riorganizzare le attività di chemioterapia con la rimozione delle pompe elastomeriche entro la giornata del venerdì come avveniva prima che fosse attivato il progetto AIOCA e poi sospeso. È doveroso sottolineare – continua – che il personale infermieristico della UOC di Oncologia Medica non può essere perennemente reclutato per coprire disorganizzazioni altrui”.

“Per Fials – ribadisce Losacco – occorre rimandare con la estrema urgenza tutte le attività differibili, sospendere le attività di pre-ricovero, rimandare alcuni trattamenti chemioterapici giudicati non urgenti, verificare se i trattamenti urgenti vengono eseguiti esclusivamente mediante prenotazione, sospensione delle terapie “extra” e soprattutto attivare una stretta ancor più severa per gli accessi interni: proponiamo l’istituzione di un gruppo volante di personale che accoglie l’utenza all’ingresso dopo il TRIAGE e i parenti DEVONO rimanere FUORI dall’Istituto”.

“Sono indecorosi gli assembramenti che ancora oggi si creano nei pressi dei due ambulatori di oncologia medica dell’Istituto, Laboratorio Analisi e di tutti i Servizi. La Fials – conclude – rivolge un accorato appello alla Direzione Strategica dell’Oncologico di Bari: è indispensabile che il personale sanitario venga messo a conoscenza di eventuali casi sospetti al verificarsi degli stessi e non a fatto compiuto. Hanno il sacrosanto diritto di sapere ed eventuali omissioni di divulgazione di notizie di siffatta importanza per tutti. Annunciamo sin da ora che saranno oggetto di esposti alla Procura della Repubblica”.