“In seguito alla vicenda associata al riscontro di 2 casi positivi di Coronavirus, diffusa per mezzo stampa in modo precoce e impreciso, risulta opportuno comunicare la volontà che medici e sanitari tutti hanno di proseguire con la dovuta prudenza il lavoro nei reparti. Siamo tenuti a limitare queste inutili tensioni e rispedire al mittente quanto viene impropriamente addebitato alla Unità Operativa di Ematologia dell’Istituto Oncologico Giovanni Paolo II”. Lo scrive in una nota diffusa ai giornali il direttore dello stesso istituto, Antonio Delvino.

“Ciò che è accaduto presso il suddetto reparto – sottolinea – è purtroppo atteso e ripetibile, ad oggi, in qualunque struttura sanitaria/ospedaliera a causa della virulenza e della incrementata circolazione del SARS-COv-2, più che della appropriatezza e legittimità delle procedure di contenimento e protezione del personale sanitario che, in ogni caso, sono state adeguatamente rispettate”.

“Sarebbe altresì molto più utile – commenta – proseguire le attività assistenziali con un atteggiamento collaborativo tra personale medico e infermieristico, che si sta prodigando per accogliere pazienti particolarmente fragili, piuttosto che richiedere a gran voce “task force” o “indagini interne” alternative e diverse da quelle già messe in atto secondo le disposizioni vigenti”.

“Si è invece determinato un inevitabile “procurato allarme” soprattutto nei confronti di donne e uomini che sono costretti, loro malgrado, a frequentare il reparto ematologico per proseguire le loro cure come da protocollo, senza interruzioni. Lo stesso atteggiamento, inoltre, contribuisce gravemente a screditare tutto il personale che continua ad adoperarsi in modo encomiabile per garantire la continuità assistenziale in molti casi salvavita.
Si precisa, infine, che il reparto continuerà regolarmente a funzionare e che tutti i pazienti degenti già sottoposti a tampone diagnostico per COVID-19 . conclude Delvino – sono risultati negativi, a ulteriore prova del rispetto delle procedure e dei percorsi definiti dalla macchina dirigenziale dell’Istituto”.

Non si è fatta attendere la replica della Fials, arrivata a strettissimo giro: “Più volte abbiamo ribadito e ribadiremo che per la FIALS la tutela dei lavoratori e delle cure ai pazienti oncologici per noi sono la priorità – risponde il segretario aziendale – Domenico Losacco -. Purtroppo prendiamo atto dalla lettura del comunicato diffuso dalla Direzione Strategica dell’Irccs “Giovanni Paolo II” di Bari che vi è una spasmodica ricerca di tutela per le figure apicali a discapito di infermieri e oss”.

“Non abbiamo bisogno di farci pubblicità in merito ad una emergenza epocale – aggiunge – e se abbiamo denunciato quanto accaduto in Ematologia, come denunciamo sempre quello che non va e i fatti parlano per noi, ci sono dei validi motivi. Probabilmente qualcuno era a conoscenza di notizie vitali per tutti e volutamente sono state secretate: valuteremo l’opportunità di interessare le autorità giudiziarie in merito”.

“Auspichiamo che l’unità operativa di Ematologia al pari delle altre dell’Oncologico, continuino ad assicurare prestazioni in sicurezza per gli operatori e pazienti, noi non transigeremo in merito e siamo pronti a rispondere del nostro operato nelle sedi opportune, chi opera in trasparenza e lealtà non teme nulla”.

“Cogliamo l’occasione per segnalare: 1) le critiche condizioni lavorative del personale infermieristico e medico degli ambulatori di oncologia medica che non hanno visto nessuna riduzione di attività, un medico ed un infermiere sottratti all’assistenza per attività amministrative e assembramenti in sala d’attesa in barba alle vigenti norme di sicurezza; 2) assenza di procedure per tamponi con personale infermieristico in quarantena abbandonato al proprio destino nel mentre per i medici sono state attivate prontamente le procedure di screening! Comprendiamo il ruolo del direttore generale e lo rispettiamo mentre noi della FIALS continueremo instancabilmente a tutelare tutti indistintamente in ogni forma e modo previste dalla legge”.