Il suicidio dell’infermiera 34enne che lavorava nella Terapia intensiva dell’ospedale di Monza ha creato sconforto e profonde riflessioni tra medici e infermieri di tutta Italia. Il livello di pressione e stress toccato nell’emergenza coronavirus è il più alto mai raggiunto prima e purtroppo molte direzioni generali non contribuiscono a restituire serenità al proprio personale.

Al Policlinico di Bari succede qualcosa che ha dell’incredibile, persino più dell’inadeguatezza degli spogliatoi denunciata un paio di giorni fa. La foto che vedete è quella di un esercito di infermieri in coda per ritirare il kit dei dispositivi di protezione individuale. Siamo allo sportello CUP al piano terra del padiglione Asclepios. Un rito da ripetere per ogni turno di lavoro.

Ammassati uno accanto all’altro, gli infermieri ritirano i dispositivi di protezione individuale, che ormai vengono distribuiti col contagocce. Basta pensare alle 2 mascherine e alle 100 paia di guanti che la Regione ha fatto consegnare all’Oncologico. Lo sfogo di un’infermiera è toccante. “Per andare a ritirare i dispositivi dobbiamo andare giù al cup, fare la coda e perdere anche 40 minuti prima del cambio turno – dice -. Pensavo fosse una cosa limitata al primo giorno, ma purtroppo è ancora così. Come se non bastasse sono saltati gli schemi per la pulizia delle medicherie (imprescindibile)”. Lo sfogo continua. “Non si può trovare – afferma l’infermiera montante – una medicheria in queste condizioni, ci stiamo infettando tutti altro che dispositivi della sicurezza di sto cavolo. Non ci mettono ausiliari e operatori socio sanitari. Stamattina allo smonto ho trovato una collega in lacrime, ormai dobbiamo ripristinare anche la carta nei bagni delle stanze dei pazienti. Non ce la facciamo più. Non siamo venuti qua per ammalarci tutti quanti”.

La situazione è al limite del paradosso. Gli “eroi” delle corsie non hanno sufficienti dispositivi di protezione e quando gli vengono forniti può capitare siano come quelli utilizzati dagli imbianchini o dai giardinieri. Vedi la tuta in plp con cappuccio immortalata nell’altra immagine allegata all’articolo, venduta su alcuni siti internet a 1,24 euro iva inclusa.

Sulla questione della mancanza di adeguati dispositivi di protezione al Policlinico abbiamo sentito Saverio Andreula, presidente dell’Ordine delle professioni infermieristiche di Bari. “La fornitura di adeguati e sufficienti dispositivi di protezione è un obbligo di legge per ogni datore di lavoro, a maggior ragione se parliamo di un ospedale al centro di un’emergenza sanitaria – spiega Andreula -. Il fatto che non venga detto chiaramente ai dipendenti del Policlinico che i dispositivi sono pochi e che dovrebbero pensare a proteggersi in modo autonomo credo sia un fatto di assoluta gravità. Per questa ragione, non solo chiederò formalmente spiegazioni, ma stiamo pensando anche di presentare formale esposto alla Procura della Repubblica. Troppo comodo chiamarci eroi e poi mandarci allo sbaraglio in questo modo”.