Commenti sgradevoli e volgari, proposte oscene e comportamenti discriminatori e sessisti. A farne le spese sono tre categorie ben distinte: le donne, gli omosessuali e chi negli ultimi tempi ha deciso di cambiare sindacato. Tutti lavoratori della Fondazione Petruzzelli. Questo è quando denunciato dall’organizzazione sindacale Cisal.

“Ciò che lascia senza parole nei racconti delle vittime – sottolinea il segretario regionale Pietro Venneri – non è solo il fatto che si verifichino tali inqualificabili comportamenti, ma anche il clima di impunità che li circonda, poiché, come confermano le stesse lavoratrici, si ha la netta sensazione che essi vengano superficialmente vissuti come atti di semplice goliardia, anche da parte di coloro i quali viceversa dovrebbero stigmatizzarli sul piano morale e punirli sul piano giuridico”.

“Poiché la misura è colma – aggiunge Venneri -, invitiamo il Sovraintendente, in qualità di massimo organo della Fondazione, compiuti tutti i necessari accertamenti (sul punto, sottolineiamo che le battute a sfondo sessuale e le frasi allusive sono state proferite alla presenza di più persone), a rendere nota la propria posizione in proposito ed, in ossequio all’obbligo previsto dall’art. 2087 cc, ad adottare i provvedimenti che risultino idonei a tutelare l’integrità fisica e la personalità morale delle lavoratrici, tra i quali rientra l’irrogazione di esemplari misure disciplinari in danno degli autori delle molestie sessuali. E tanto – conclude – sia per porre fine ad un’ingiustizia e far cessare un’infame condotta discriminatoria, sia per evitare che la Fondazione (e, quindi, la collettività, stante la natura pubblica della Vs. Fondazione) risponda sul piano civilistico delle sacrosante richieste risarcitorie delle vittime”.