“Mi formo e lavoro”, un progetto regionale, creato con un fondo europeo di 24 milioni di euro, rivolto ai disoccupati e che avrebbe dovuto formare e inserire i candidati nel mondo del lavoro. Il condizionale è d’obbligo poiché le migliaia di persone che sono riuscite a registrarsi sul portale attendono ancora risposte sui rimborsi e sul tirocinio.

Qui di seguito la lettera di Luigi Rinaldi, uno dei candidati in cerca di chiarimenti che si rivolge direttamente agli organi competenti.

LETTERA

Anatomia di un malcontento generale non annunciato. Diciamo la verità, nessuno avrebbe immaginato fin dall’inizio di questo percorso regionale a scopo lavorativo, per chi vi sta partecipando.

Una strada irta di ostacoli e difficoltà, segnate da una lentezza burocratica eccessiva e da certi aspetti poco chiari nel suo prosieguo di cui si fa fatica a mantenere i nervi saldi, specie se è in ballo il futuro di chi vuole trovare una sistemazione professionale stabile, affine alle proprie competenze e nello stesso tempo, nella maniera più fluida possibile, dati i tempi difficili in cui versiamo e chissà, magari anche di accontentarsi in base all’offerta presente nel mercato del lavoro, nella parte finale di questo piano.

E ve lo dice una di quelle persone che ve ne sta prendendo parte, una persona che sta cercando di mettersi in contatto tra il proprio ente, ove ci si è svolto il corso a propria scelta, e le figure dipendenti della Regione Puglia, incaricate di gestire questo proposito lavorativo, di dirigere questa “orchestra sinfonica” che di melodico ha finora prodotto veramente poco, e nel contempo di raccogliere più notizie possibili, per cercare di fare luce sul quadro generale di questo Bando in cui sin dall inizio, ci si deve preparare anticipatamente per potersi prenotare e rientrare in questa macroscopica “macchina” in modo da poterne frequentare e superare tutti i suoi step, fino all’agognato e nobile obiettivo.

Ma questa non è la mia storia, è la storia di un insieme di persone che cerca solamente di trovare un proprio spazio lavorativo, prima, durante e dopo la fine di questa vicenda.

Facciamo un passo indietro e partiamo dall’inizio, parliamo di un bando preparato a luglio 2018; tutto è cominciato in quella giornata del 27 novembre 2018, unica giornata valida in cui, registrandosi sul sito web www.sistema.puglia.it, sin dalle ore 10:00 del mattino, è stato possibile elaborare e trasmettere in questo portale, la propria manifestazione d’interesse mediante una procedura telematica chiamata per l’appunto “Manifestazione Interesse – Cittadino”.

La manifestazione d’ interesse tiene conto delle ore, minuti e secondi della trasmissione della stessa.

Occorre altresì ricordare che al bando regionale è stato stanziato un fondo di 24 milioni di euro e che nell’atto delle manifestazioni d’interesse, non tiene conto né dello status sociale, né del sesso e nemmeno dell’età del/la candidato/a, tutti possono partecipare a patto che siano disoccupati.

Quindi, al bando regionale è stato stanziato un fondo di 24 milioni di euro che quindi va azzerandosi, man a mano che sarebbero aumentate le manifestazioni d’interesse di tutti i candidati pugliesi, fatte nel portale web; per chi è riuscito a rientrare nel progetto, è già consapevole del fatto che il sito, registrando un numero spropositato di connessioni, è andato in crash per svariato tempo, data la congestione di rete corrispondente all’elevato numero di candidati desiderosi di elaborare la propria manifestazione.

Pertanto l’organo preposto di verificare l’istanza fatta è il CPI della propria residenza, il quale ha il compito di comunicare al candidato/ta se è rientrato o meno nel progetto, dopo alcuni mesi.

Il progetto regionale pugliese denominato “Mi formo e Lavoro”, tale progetto è rivolto ai disoccupati e finanziato dalla UE (FSE) all’interno di un piano di formazione professionale (linea A) ed uno d’inserimento nel mondo del lavoro grazie alle professionalità acquisite (linea B).

Tale progetto è nato con la finalità che, una volta terminata la prima fase (linea A) dietro corrispettivo di un compenso di € 6,00 lorde l’ora nel caso di chi è disoccupato classico a tutti gli effetti e 2,50 € lorde per chi è percettore NASPI, sarebbe poi partita la fase d’incontro tra le competenze acquisite dai disoccupati con le aziende che di tali professionalità avessero bisogno, non solo in ambito regionale (linea B).

Sulla carta tutto sembrerebbe bello ma, accidentalmente, chi ha frequentato i corsi, ha sostenuto spese giornaliere, tempo, studio e sacrifici che, a distanza di 6 mesi non si è visto nulla in cambio. I rimborsi si trovano in una tesoreria segreta ed imperscrutabile, in balia di domande, richieste di chiarimenti, telefonate, mail, PEC, commenti subito bannati sui social, ecc. ecc.

Non è partito nessun chiarimento dai Responsabili del procedimento. Grottescamente circolano addirittura leggende, da personaggi mitologici in qualità di Vicepresidenti, che sui vari social, asseriscono di pagamenti già avvenuti, di gente che grazie a questi corsi si trova a dirigere le sorti di Google, di chi (dopo il corso) sta comprando quote societarie di Facebook e tanto altro. Insomma sui Social, i politici di turno fanno man bassa,
ovviamente si scherza per sdrammatizzare, pur essendoci un filo sottile di verità.

Poi appena arriva una fonte di verità, ci si ritrova ad essere bannati, virtualmente parlando. Per essere brevi, la situazione è semplice: i candidati che hanno sostenuto questi corsi con passione, dedizione e sacrifici, non solo in cambio non hanno ancora ricevuto notizie utili alla causa, bensì non sono stati ancora pagati, e non si ha ancora un’idea di come e quando e se ci sarà la fase A (Retribuzione) e se ci sarà la fase B,
ovvero l’incontro tra domanda ed offerta professionale.

Nell’attesa che una delle figure incaricate possa dare anche un solo raggio di sole su questa oscura vicissitudine, che sia uno dei canali social o per via telefonica, si continuerà ancora ad aspettare e nel frattempo tentare di contattare ripetutamente i responsabili di questa organizzazione, con l’auspicio che ci rispondano ed ascoltino le nostre richieste e diano notizie attendibili ed utili alla causa e con la speranza che questa fase di stallo venga sbloccata nel più breve tempo possibile e che questo disegno trovi il suo più felice esito, per tutti, dato che il mese di luglio di quest’ anno, questo bando scadrà.