Una task force della Regione Puglia, guidata dal presidente Emiliano e coordinata dal direttore dell’area Salute, Vito Montanaro, sta discutendo per fronteggiare la possibile diffusione del Coronavirus. In queste ore sta crescendo il numero di studenti fuorisede, ma anche di lavoratori, che stanno tornando in Puglia a causa della chiusura delle università. Oltre ai gruppi di turisti che prima di arrivare nella regione sono passati dalle zone colpite dal contagio.

Per questo motivo la Regione ha pensato a un censimento di tutti colore che stanno rientrando in Puglia dal nord che sono invitati a segnalare la loro presenza al medico di base; misure di assistenza a tutti i turisti; predisposizione di reparti specifici se la crisi dovesse peggiorare. In più la task force suggerisce a tutti i cittadini di non recarsi direttamente negli ospedali, ma di contattare i numeri di emergenza 1500 e 118.

La Regione non vuole farsi trovare impreparata ed emanerà un’ordinanza integrativa rispetto a quella già in vigore e contenente le disposizioni a livello nazionale. “Non c’è alcun allarme e alcuna psicosi ingiustificata in Puglia a seguito dei casi di Covid-19 in Lombardia e Veneto – ha dichiarato Vito Montanaro – tutti i possibili casi sospetti, anche quelli che non avevano nessun criterio epidemiologico e che hanno destato interesse da parte della stampa locale nelle ultime ore, sono passati al vaglio puntuale dei dipartimenti di prevenzione e del centro di riferimento per la diagnosi del nuovo Coronavirus”.

“Si ribadisce – conclude – che nessun contagiato è stato finora identificato a seguito di specifici accertamenti. È indubbio che la segnalazione di casi confermati in Italia ha portato ad un innalzamento ulteriore del livello di sorveglianza e di attenzione da parte delle autorità sanitarie della regione. Ciò al fine di non sottovalutare alcun elemento di rischio. La Regione ha provveduto a rendere disponibili tutti i dispositivi di protezione individuale per gli operatori sanitari di tutti i pronto soccorso e di tutte le strutture sanitarie”.