Adusbef, da sempre in prima linea nella richiesta di fare chiarezza nell’opaca gestione della Banca Popolare di Bari, ha incontrato azionisti, obbligazionisti e risparmiatori in generale per fare il punto e per parlare delle azioni che l’associazione porrà in essere a tutela dei cittadini coinvolti.

“Si tratta – dichiarano gli avvocati Antonio Tanza e Vincenzo Laudadio, rispettivamente Presidente Nazionale di Adusbef e Vice presidente di Adusbef Puglia – dell’ennesimo incontro con i risparmiatori indetto dall’Associazione da quando nel lontano 2015, dopo la legge Renzi, che obbligava le banche popolari con attivo patrimoniale superiore a 8 miliardi, a trasformarsi in SPA”. Adusbef, unica associazione di consumatori in Italia, decise di impugnare dinanzi al TAR prima ed al Consiglio di Stato poi la norma che privava i risparmiatori del diritto di recesso e del valore delle loro azioni, svuotandolo di fatto.

“L’incontro – continuano i rappresentanti Adusbef – da un lato tende a fare il punto di 5 anni di lotte sul campo e, dall’altro, rappresenta il rilancio delle azioni sotto diversi fronti: giudiziario, politico e di sistema”.

L’associazione non molla la presa, annunciando di voler continuare ad esperire dinanzi all’Arbitro per le Controversie Finanziarie i ricorsi di tutti gli investitori che dal 2010 in poi hanno comprato azioni ed obbligazioni subordinate della banca. Sino ad oggi l’ACF ha emesso circa 200 pronunce in danno di BPB per violazioni delle norme del TUF nella vendita dei suoi titoli, violazioni che la Corte di Appello di Bari, con le sentenze numeri 1854, 1855 e 1856 del settembre 2019, ha confermato anche su scala massiva. Si tratta di violazioni nella profilatura dei clienti e nella profilatura del rischio titoli, violazioni nelle procedure di determinazione del prezzo delle azioni soprattutto in occasione degli aumenti di capitale, violazioni nell’esecuzione degli ordini di vendita nel borsino interno. Tali provvedimenti, ovviamente, ed almeno con riferimento al periodo 2013-2016, corroborano le tesi che Adusbef ha sempre sostenuto e rafforzano le ragioni degli azionisti in sede civile.

Sul fronte delle indagini penali, ancora in corso, Adusbef preannuncia che si costituirà parte civile nei futuri processi penali, chiedendo, ove ne ricorreranno i presupposti, il sequestro dei beni della banca per garantire ai risparmiatori il recupero delle somme perdute negli investimenti.

Fino ad arrivare all’affondo. “Deve legittimamente sospettarsi – sostengono Tanza e Laudadio – che il tracollo economico patrimoniale della BPB sia stato favorito da responsabilità esterne, quanto meno omissive, delle Autorità preposte alla vigilanza sulla stabilità della banca e sulla correttezza dei comportamenti nei mercati, in particolare di Banca d’Italia, la quale avrebbe sin dagli atti ispettivi del 2010 riscontrato la sussistenza di forti criticità nella gestione della banca. Le recenti comunicazioni del Governatore Ignazio Visco (intervista al Corriere della Sera del 23 dicembre 2019) e della vice direttrice generale Alessandra Perrazzelli (audizione del 9 gennaio presso la Commissione Finanze della Camera) sulla crisi della Banca Popolare di Bari, su alcuni aspetti non convincono, su altri appaiono contraddittorie tra loro”.

Non solo. “Un ruolo addirittura attivo di Via Nazionale potrebbe rinvenirsi per l’affaire TERCAS – continuano i due rappresentanti Adusbef -. La Perrazzelli ribadisce la linea già dettata da Visco, per cui Bankitalia ‘esplora e facilita’, ma non impone operazioni di aggregazione. Peccato che il bilancio 2013 della banca barese testualmente recitasse ‘…nell’ottobre 2013 la banca è stata chiamata a valutare una possibile operazione di acquisizione di Tercas…’. Se la Perrazzelli scrive invece che ‘…nel mese di ottobre 2013 la Bpb segnala il proprio interesse all’acquisizione di Tercas…’, la contraddizione è clamorosa. Se a questo si aggiunge che, a novembre 2013, quando si era appena agli inizi della due diligence che avrebbe portato all’acquisizione di Tercas nel luglio 2014, BPB erogò un mutuo di 480 milioni di euro alla banca abruzzese, la quale rimborsò alla Banca d’Italia un finanziamento di pari importo con surroga di BPB nelle garanzie di questa (finanziamento che fu praticamente un anticipo di Bpb per sottoscrivere l’aumento di capitale in Tercas), appare chiaro che Bankitalia ha ancora molto da spiegare”

Non è ancora stato scritto tutto sulla vicenda della Popolare di Bari. A inizio anno (il 9 gennaio 2020) Adusbef ha inviato al Presidente Conte, al Ministro Gualtieri, al professor Savona, a Visco e ai Commissari Straordinari della BPB una lettera con la quale ha chiesto di fissare quanto prima un incontro con le associazioni dei consumatori per fornire i dovuti aggiornamenti sulle prospettive di stabilità della banca e di negoziabilità delle azioni, per stilare un piano di tutela di azionisti ed obbligazionisti subordinati e soprattutto per introdurre da subito misure di ristoro per gli stessi e per garantire l’osservanza delle decisioni di soccombenza dell’ACF, finora disattese, tutte misure che Adusbef non smetterà di invocare.

Adusbef, dunque, rimane a disposizione dei propri associati e di tutti coloro che fossero interessati ai seguenti indirizzi mail [email protected] o presso tutti gli sportelli dell’associazione presenti sul territorio nazionale, consultabili al sito www.adusbef.it/sedi.