Un uomo, del tutto somigliante al presidente Pirluigi Vulcano, è stato avvistato sabato sera in piazza Moro. L’individuo, di cui non si conoscono le generalità, chiedeva agli autisti dei bus Amtab se avessero o meno aderito allo sciopero indetto sabato sera dai sindacati, senza Cgil, Cisl e Uil.

La cosa ha creato non pochi malumori tra i dipendenti dell’azienda del trasporto pubblico barese, ma siamo certi si sia effettivamente trattata di una straordinaria somiglianza. L’esperto avvocato Vulcano non avrebbe mai commesso un errore simile, trattandosi di una chiara violazione di legge, per la precisione la 300 del ’70.

Si è trattato di uno sciopero con il 70 per cento di adesione tra il personale effettivo. Un riscontro pazzesco se si considera il mancato sostegno di alcuni sindacati e ciò che l’azienda ha tentato pur di far saltare l’astensione dal lavoro, dettata da una condizione tesissima tra vertici e dipendenti, a maggior ragione dopo la notizia della nuova inchiesta sulle presunte manutenzioni effettuate solo sulla carta.

L’Amtab aveva prima reclutato 15 interinali, poi comandato 9 autisti di riserva – ovvero i cosiddetti jolly chiamati a coprire i turni scoperti – e infine, comandato tutti i turni serali. In quest’ultimo caso una prassi dimenticata da anni. Nonostante tutto, il sosia di Vulcano non ha potuto far altro che guardare mestamente gli autobus fare rientro da piazza Moro al deposito in via De Blasio.

Su circa 90 bus che avrebbero dovuto circolare sabato sera, ne sono rientrati alla base 52. Vuol dire che ne sono praticamente rimasti in servizio circa 38. Alla guida di questi, però, c’erano 15 dipendenti interinali. Uno sciopero pesato molto sulle gambe dei passeggeri della navetta C. Dopo le ore 20, infatti, per via dello sciopero, il mezzo è scomparso e gli utenti se la sono fatta a piedi dal centro al park & ride di Largo 2 Giugno.