“Oggi migliaia di baresi, tra proprietari di uffici, negozi, e seconde case, sono stati chiamati a pagare l’Imu. L’economia cittadina ha perso oltre 92 milioni di euro che si sono trasferiti, a pochi giorni da Natale, nelle casse comunali”. Giuseppe Carrieri, tra i fondatori della neonata associazione Bari Ecocity, fa un po’ di conti e quel che viene fuori ha ben poco di confortante.

“Bari  – ricorda Carrieri – è la città più cara del sud, con 1745euro di Imu media; tra le più care d’Italia, malgrado i redditi nel mezzogiorno siano più bassi che nel resto della nazione. Un grave sacrificio economico è stato quindi addossato a tanti Baresi, da un Comune che ha stabilito ai massimi di legge l’aliquota Imu (1,06%)”.

“Come giustamente sta dicendo la Confesercenti – aggiunge – i cittadini non sono polli da spennare e piuttosto che gravarli di tasse, sarebbe auspicabile che si riducessero le spese dei Comuni, oppure si premiassero con sgravi fiscali i proprietari di immobili che investono in risparmio energetico e riducono l’impatto inquinante di case, uffici o negozi”.

“Gli amministratori pubblici – conclude il presidente di Bari Ecocity- sono pagati per questo, non per mettere tasse altissime. E se non sono capaci, possono anche dimettersi”.