Nel giro di 24 ore il video ha già superato le 35mila visualizzazioni, ma insieme ai clic, il nuovo brano di Max il Nano con il featuring di Onivas Parisi intitolato MLVT, malavita, si sta trascinando dietro un mare di polemiche.

Da più parti si sono stagliate voci contro chi inneggia a un certo modo di vivere, puntando il dito contro la mitizzazione della droga, dello spaccio, il ricorso alle armi e alla violenza. Il coro si è alzato, anche dopo gli avvenimenti che hanno avuto protagonista Daniele De Martino, prima ad Acquaviva e poi al San Paolo.

A tutto questo, però, Onivas Parisi non ci sta: “Sono un ragazzo di 23 anni con un sogno, il mio nome e cognome non possono e non devono essere una condanna – ci ha detto Onivas -. Voglio esprimere il mio disappunto su certe dichiarazioni non veritiere di alcuni giornalisti. Bisognerebbe fare il proprio lavoro, facendo trapelare la verità, e di verità in quegli articoli ce n’è poca”.

“Dovreste ascoltare meglio i testi delle mie canzoni per capirne il vero significato – dice rivolto a quanti gli danno addosso – cerco sempre di mandare un messaggio positivo ai giovani che vengono dalla mia stessa realtà, ovvero che c’è un’altra via, un’altra strada, che c’è sempre la speranza di una vita diversa. Forse sarebbe stato più giusto da parte vostra farci qualche domanda prima di scrivere basandovi su stereotipi. Quando la verità non è libera, la verità non è vera”.

“Nelle mie canzoni, questa in particolare – ha aggiunto – spiego quanto sia difficile e doloroso per un ragazzo crescere in quell’ambiente. Nella canzone dico ascolta me che sono figlio di malavita, dico che non è facile portare addosso determinate ferite, fa male, e che molte persone non possono capire ciò che si prova. Non ho mai elogiato la malavita nelle mie canzoni, anzi ne parlo come una brutta realtà”.

“Il trap – spiega – è un genere molto crudo che ti sbatte in faccia la realtà senza bisogno di metafore o frasi decontestualizzate, e io dico esattamente tutto con un linguaggio diretto. Non ci sono messaggi subliminali”.