L’eco della circolare contro anonimi dipendenti ubriachi in servizio non si è ancora spenta, ma subito un’altra decisione ha creato varia indignazione, compresa quella dell’Ordine degli Infermieri. All’interno del Pronto Soccorso dell’ospedale Di Venere è stato affisso un avviso a firma del dottor Fortunato, della Direzione Medica dell’ospedale barese: “Il personale del 118, ambulanze pubbliche o private, è tenuto a evitare di sbarellare il paziente senza il consenso del medico di Pronto Soccorso”. Questo il testo della discordia.

La prima doglianza è formale. “Poiché l’avviso, per i contenuti che esprime, è a tutti gli effetti di legge da ritenere una disposizione di servizio che si rivolge indistintamente a tutto il personale sanitario che opera nel servizio di emergenza urgenza 118 – spiega il presidente OPI, Savrio Andreula – dovrebbe contenere una data, un numero di protocollo, precisazioni sui destinatari della stessa, ma soprattutto una motivazione urgente per la quale la disposizione è impartita”.

L’unico elemento che connota l’avviso è di fatto la qualifica del firmatario. Ma non è tutto. “L’avviso, affisso in locali disponibili ai cittadini è di pubblico dominio – tuona Andreula – e per questo espone il personale del servizio 118 di ogni ordine e grado all’arbitrio degli assistiti e dei loro parenti e può scatenare comportamenti inconsulti nel caso dovesse essere disatteso”.

Partendo da queste considerazioni, l’OPI pone alcune domande: si è certi che la disposizione di servizio sia attuabile nella forma descritta escludendo da ogni forma di azione autonoma e professionale i Medici e gli Infermieri del servizio 118, escludendo gli stessi da responsabilità? Si è certi che tale disposizione non contrasti con il necessario coordinamento di azione tra il personale del 118 e  l’organizzazione ospedaliera che accoglie in urgenza il caso clinico in regime emergenziale? Si è certi che il codice colore dell’urgenza è analogamente considerato rispetto alla disposizione?

“A nostro avviso il poster – ironizza Andreula – incomprensibile nella forma e nella sostanza, può determinare gravi rischi per il personale sanitario del servizio 118, minando la loro autonomia e ponendoli in una condizione di gravissima inadempienza di rilievo penale (c.p. art.340) nel momento in cui un ritardato sbarellamento determini esiti non auspicabili, soprattutto per la sottrazione dell’equipaggio alla sua azione di presidio di emergenza urgenza sul territorio”. La richiesta del presidente Andreula ai vertici della Asl è perentoria: “La Direzione Sanitaria dell’ospedale Di Venere migliori azioni a tutela delle buone pratiche, nel solco che l’ordinamento sanitario impone ai dirigenti sanitari.