Acque agitate all’Istituto Oncologico di Bari, la denuncia arriva ancora una volta dalla Fials che parla di un vero e proprio allarme sociale. Il Dipartimento della Salute, spiega il segretario aziendale Fials, Domenico Losacco, ha emanato una disposizione con cui, per il triennio 2018-2020, vengono bloccate le assunzioni. Il timore è che, così facendo, si venga a determinare di fatto la riduzione dell’offerta sanitaria e della qualità e delle prestazioni fin qui garantite dal Giovanni Paolo II.

“Nel 2016, anno in cui si è insediato l’attuale management – ricorda il sindacalista – l’Istituto ha iniziato un percorso di risanamento, fino ad attestarsi attualmente a livelli di eccellenza per la cura del cancro, scongiurando o riducendo fortemente i così detti viaggi della speranza, coi cittadini pugliesi finalmente in grado di avere accesso a cure specialistiche di alto profilo a due passi da casa”.

“In questo fase – aggiunge – l’Oncologico ha anche ampliato il ventaglio dell’offerta sanitaria, per esempio con l’Unità Operativa di Anatomia Patologica che oggi serve tutto il territorio del Barese, la Chirurgia Toracica, l’Urologia, oltre agli ambulatori di Odontostomatologia e di Dermatologia, tutte attività che hanno bisogno di personale medico, infermieristico, operatori socio sanitari e ausiliari.

“Con il blocco delle assunzioni temiamo che si verrà a ridurre sia l’offerta sanitaria che l’organico – sottolinea – a partire dai dipendenti a tempo determinato. Eppure il trend di crescita dell’Istituto Tumori di Bari è sotto gli occhi di tutti, messo nero su bianco dalla stessa Regione con la delibera 785 del 19 settembre scorso”.

“Da una parte la Regione ci chiede di crescere, e dall’altra ci impone di non assumere se non ridurre il personale. Siamo davanti a una contraddizione che ci preoccupa molto. Se non ci sarà una deroga ad assumere da parte del Presidente e assessore alla Salute, Michele Emiliano – conclude il segretario aziendale Fials – decreteremo lo stato di agitazione, per dare massiccio supporto al personale dell’Istituto e ai pazienti”.